È dedicata ai giovani la ventesima edizione del Festival d’autunno “A teatro nelle case” che si svolgerà dal 23 settembre al 2 ottobre in Valsamoggia nel bolognese, luogo di vita e di lavoro di Stefano Pasquini e Paola Berselli, le anime del Teatro delle Ariette, teatro giunto anch’esso al suo ventesimo anno di attività.
Il lavoro delle Ariette è di produzioni di spettacoli e ricordiamo il recente Tutto quello che so del grano o l’oramai classico internazionale Teatro da mangiare? 30 spettatori che si riuniscono intorno a un tavolo illuminato dalla preziosa frugalità di un pasto consumato assieme agli attori. Ma è anche intorno a progetti di teatro e cinema come Territori da Cucire o come proprio il festival A teatro nelle case, che l’energia delle Ariette vive e si nutre di una relazione profonda con il proprio territorio e dell’incontro ravvicinato tra attori e spettatori fuori dai luoghi istituzionali, incontro che si fa rito sociale, condivisione che attraversa continuamente i confini tra teatro e non teatro, spazi designati per loro natura alla cucitura se l’intenzione è appunto la condivisione e non la separatezza.
A teatro nelle case compie vent’anni e di che tipo di riflessioni comporta essere giunti a un traguardo per certi versi anche simbolico abbiamo conversato con Stefano Pasquini.
Intervista a Stefano Pasquini, Teatro delle Ariette
Il festival si apre il 23 settembre al Deposito degli Attrezzi del podere le Ariette con Generazione Scenario 2015, un progetto curato da Cristina Valenti, docente universitaria e presidente del Premio Scenario, premio ai giovani artisti teatrali. Ed è Cristina Valenti a raccontarci cosa vedremo, grazie a Scenario, in questa edizione di Teatro nelle case.
Intervista a Cristina Valenti, presidente del Premio Scenario
Al festival, realizzato con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Valsamoggia e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, si conclude anche la seconda edizione di Territori da Cucire, lavoro di promozione culturale che il Teatro delle Ariette porta avanti in Valsamoggia dal 1997 con l’obiettivo di partire dai cittadini e dalle loro storie per raccontare, attraverso la creazione artistica il territorio e i suoi abitanti e proporre una riflessione tra piccolo e grande, tra individuale e sociale, tra generazioni. Nato dalla la tournée di agosto del giovane Collettivo La Notte e del Teatro delle Ariette dedicata alla carveriana questione “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”, al festival, il 24 settembre e il 1 ottobre, sarà proiettato “Parliamo d’amore?” il film di Stefano Massari e Stefano Pasquini.
Le proiezioni saranno precedute da due incontri: “Di cosa parliamo, quando parliamo di spettatori?” con il giovane gruppo di osservatori e critici delle arti sceniche Altre Velocità il 24 settembre e, il 1 ottobre, “Abito a Savigno ma giro il mondo” con gli Instabili Vaganti, compagnia teatrale residente in Valsamoggia che racconterà dei propri progetti internazionali di ricerca in diversi paesi a contatto con differenti culture.
Sabato 24 settembre un’altra video proiezione, si tratta di “Le stagioni delle Ariette” 17 anni di fotografie di Stefano Vaja, a cui seguirà un incontro tra Stefano Vaja e il critico teatrale Massimo Marino. Il Festival si concluderà domenica 2 ottobre con la testimonianza di una delle esperienze più significative a livello nazionale ed internazionale di teatro fatto con adolescenti: la non-scuola del Teatro delle Albe. “Eresia della Felicità” di Martinelli sarà raccontato dalle immagini del film documentario di Alessandro Penta “Eresia della felicità – le cinque giornate di Milano” e in un incontro alle 18.30 con Alessandro Argnani, attore del Teatro delle Albe e guida della non-scuola. La serata si concluderà alle 19.30 con una cena popolare messa in tavola da 2 chef speciali, Stefano Pasquini e Luigi Dadina, a cui seguirà alle 20.30 il concerto live di Moder e Max Penombra.