45 anni. È il tempo, quasi religioso, che il meccanico artigiano bolognese Giuliano Giunta ha passato nel suo garage tra olio, componenti, chiavi, pneumatici, costruendo e disfacendo, in un’alternanza di passione e maniacalità, l’auto dei suoi sogni.
Cari ascoltatori, come avrete intuito, questa settimana parliamo di motori, con la storia particolare e intensa, raccontata dal regista Alessandro Amante nel documentario La tela di Giuliano.
Gli elementi per un racconto di successo ci sono tutti: una rara auto sportiva Bizzarrini GT Europa 1900, incompiuta e acquistata nei primi anni ‘70 da un giovane meccanico; una vita passata ad ultimarla; il non riuscire a staccarsene e trovare continuamente pretesti per non vederla finita e venderla e, ultimo ma non ultimo, un giovane cineasta di Bologna che vive e lavora a Los Angeles, e che, appresa la vicenda del suo conterraneo, ritorna in città per documentarla.
Una sfida per Giuliano, dunque, e una sfida per Alessandro che, non ancora trentenne, alla fine sceglie l’Italia per provare a concretizzare con questo primo lungometraggio i suoi già ben avviati sogni cinematografici.
Grazie al Festival Docunder30, che fa scoprire le promesse del cinema di realtà, e che ha insignito “La tela di Giuliano” dei premi Kinodromo e Miglior colonna sonora, ho avuto la possibilità di conoscere e incontrare questa giovane promessa, e di parlare con lui del film.
Intervista ad Alessandro Amante
Per questa settimana è tutto. Grazie dell’ascolto e un saluto da Anna Sbarrai.