Cari ascoltatori, lo spettacolo di cui parliamo in questa puntata è Non dirlo. Il Vangelo di Marco, monologo di Sandro Veronesi, tratto dall’omonimo libro pubblicato da Bompiani nel 2015, che sarà in scena fino a questa sera, 4 febbraio, al Teatro delle Passioni di Modena e il 5 febbraio a Mirandola – all’Auditorium Rita Levi Montalcini – per tornare in regione il 1° marzo al Teatro Boiardo di Scandiano e, dal 3 al 5 marzo, all’Arena del Sole di Bologna.
Veronesi – che nei suoi romanzi ci ha regalato personaggi impressi nella nostra memoria di lettori come la coppia padre-figlio del suo esordio letterario, Per dove parte questo treno allegro, gli sfiorati Mète e Bianca, Pietro Paladini che vive addirittura in due storie, Caos Calmo e Terre Rare – si cimenta in questa avventura letteraria e teatrale con il personaggio dei personaggi, Cristo. Lo fa a partire dalla storia delle storie, il Vangelo. Sceglie Il Vangelo di Marco, il Vangelo d’azione destinato per sua natura a diventare racconto orale, e ci trascina nel suo racconto del racconto alla scoperta di questa macchina narrativa modernissima, piena di azione, ritmo, scene di massa e flashback così vicina al cinema che Veronesi la paragona a una sceneggiatura di Sergio Leone o Quentin Tarantino, svelando ai nostri occhi pagani un Cristo che sembra a tratti Obi-Wan Kenobi o Neo di Matrix.
Abbiamo incontrato Veronesi alle prove dello spettacolo in cui è in scena solo con un leggio, forte della potenza di questa storia e della sua abilità di narratore, lo sentiamo nell’intervista.
Intervista a Sandro Veronesi