A Netanya, capitale della pianura di Sharon, in Israele, c’è una rotonda che ospita il monumento di una nave. La sua storia ha letteralmente attraversato il mare del tempo ed è raccontata ancora oggi dagli anziani passeggeri e dai loro famigliari, mantenendo viva la fiamma del ricordo.
Quella nave è il Pentcho, vecchio battello fluviale di Bratislava, unica possibilità di salvezza per oltre 500 ebrei in fuga dagli orrori dell’Europa nazista. Un viaggio rocambolesco lungo il Danubio, capitanato da un ex comandante di sottomarini russo, e sfociato in mare aperto, tra stenti e difficoltà, fino a un naufragio, in cui la tragedia fu evitata grazie anche al ruolo della Marina Militare Italiana. Questa pagina incredibile – quasi visionaria – della Shoah è stata raccontata dal pluripremiato documentarista Stefano Cattini in Pentcho, in concorso in questi giorni al Festival dei Popoli di Firenze e al ViaEmiliaDocFest di Modena. Con lui abbiamo parlato di Cinema, Attualità e Memoria.
Intervista a Stefano Cattini
Pentcho, per cui ora è in valutazione il percorso distributivo, è prodotto da Sonne Film con Rai Cinema e Mosaic Films e il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission.
Buona visione, da Anna Sbarrai