L’Emilia Romagna ama il cinema di realtà. Un sentimento ricambiato, soprattutto dalle nuove generazioni di videomaker, che sempre più spesso scelgono di raccontare non con la fiction, ma con il documentario.
La nostra regione è terra fertile per la produzione perché ha da sempre fornito supporto e strutture che hanno garantito un’adeguata formazione e cultura, collocandosi così sul podio delle regioni italiane con il maggior numero di giovani documentaristi.
L’introduzione della tecnologia negli istituti scolastici ha favorito l’avvicinamento dei ragazzi all’audiovisivo, aprendo nuove strade low cost alla creatività.
La voglia di proporre approfondimenti, inchieste, storie di vite, sguardi poetici, e il desiderio di libertà, ma soprattutto di realtà e verità, in un mondo sempre più frenetico e distaccato da valori e contatti, costituiscono le principali motivazioni di scelta per i nuovi cultori del cinema del reale.
L’Associazione D.E-R – Documentaristi Emilia Romagna, forte del suo 20% di soci formato da giovani e giovanissimi, da quasi un decennio promuove con la Regione “Docunder30”, il festival dedicato alle produzioni giovanili.
Nell’ultima edizione sono oltre 50 i lavori pervenuti; tra questi due si sono particolarmente distinti e abbiamo il piacere di farveli conoscere.
Il primo, “Fuorigioco”, si è aggiudicato il premio “Concorso doc”, ed è stato realizzato da due giovani siciliani: Davide Vigore e Domenico Rizzo. Abbiamo ospitato Davide ai nostri microfoni, per farci raccontare il film e il suo lavoro di cineasta
Intervista a Davide Vigore
Il secondo film premiato è “La malattia del desiderio” opera prima della partenopea Claudia Brignone, che si è aggiudicata la sezione “Passaggi”, tema portante della nuova edizione di Docunder30. Anche a lei abbiamo chiesto di raccontarci il suo lavoro
Intervista a Claudia Brignone
Buona visione, da Anna Sbarrai