Visibilmente emozionato, Gabriele Mainetti alza la “Farfalla di ferro” verso il pubblico, primo vincitore, con il suo “Lo chiamavano Jeeg Robot”, di Cinevasioni, il festival del cinema in carcere che, alla Dozza di Bologna, ha riunito, dal 9 al 14 maggio, registi, attori, sceneggiatori, detenuti e pubblico esterno.
Un’esperienza unica, che ha coinvolto 20 ospiti della casa circondariale, impegnati prima in un laboratorio di cinema, poi nella valutazione degli 11 film in concorso, tra fiction e documentario. A presiedere la giuria del Festival un nome d’eccezione: Ivano Marescotti. Lo abbiamo incontrato alla vigilia della premiazione e con lui abbiamo tracciato un bilancio di questa esperienza.
Intervista a Ivano Marescotti
Cinevasioni è stato organizzato da D.E-R Associazione Documentaristi Emilia – Romagna, in collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale Dozza di Bologna, con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e il sostegno di Rai Cinema. Una sinergia importante che ha dato molta visibilità a questo festival particolare, con la volontà di far proseguire, anche al suo termine, la proiezione di opere importanti e di qualità.