Care amiche e cari amici di RadioEmiliaRomagna, il protagonista di cui parliamo oggi è un personaggio tanto generoso quanto poco incline a farsi pubblicità. Se avessimo una macchina del tempo e potessimo visitare la Bologna di fine Ottocento, nei portici in cui ci troveremmo a camminare echeggierebbe un nome. Lo sentiremmo e risentiremmo pronunciare più volte. È il nome di una famiglia che nel corso di quel secolo ha fatto molto parlare di sé. La famiglia dei Pizzardi. Uno di loro, Luigi, è stato il primo sindaco bolognese dopo l’unificazione del Regno d’Italia.
Su RadioEmiliaRomagna abbiamo già raccontato le avventure esotiche di un membro illustre di questa famiglia, Francesco Pizzardi, figlio di quel Luigi. Uno “scavezzacollo” che amava scialacquare, tra viaggi e tavoli da gioco, il patrimonio accortamente costituito dai predecessori. Nell’ombra, invece, è rimasta la figura di uno dei suoi fratelli, Carlo Alberto, un personaggio molto diverso, schivo e poco amante dei riflettori. Ma è a lui che la città di Bologna deve, ancora oggi, buona parte del suo celebre patrimonio ospedaliero.
Per ricostruire la storia di questo benefattore che, anche dopo la sua morte, volle far calare su di sé il silenzio, abbiamo intervistato lo scrittore e giornalista Gabriele Cremonini, che sulla vicenda ha condotto una ricerca storica accurata e ne ha tratto un libro, L’enigma Pizzardi, pubblicato nel 2014 dall’editore Pendragon.
Intervista a Gabriele Cremonini
[Per ripercorrere le vicende del fratello maggiore di Carlo Alberto Pizzardi, Francesco:
www.radioemiliaromagna.it/programmi/protagonisti/scavezzacollo-altri-tempi.aspx;
www.radioemiliaromagna.it/programmi/racconti-autore/bologna_india.aspx;
www.radioemiliaromagna.it/programmi/racconti-autore/bologna_india_1.aspx]