Nell’ultima raccolta di Angela Fabbri, poetessa cesenate, una delle forme più frequenti è quella orientale dell’“haiku”: pochi versi fulminei in cui si condensano le immagini scintillate dall’ascolto del mondo, ossia dell’anima.
Giardini di sabbia
sto qui a contare
quanti saranno i passi
per raggiungerti
***
un’ombra in volo
dietro gli scuri chiusi
l’estate è ora
***
siamo nuvole
ci porta in alto il vento
e ci tocchiamo
***
siamo guerrieri
viaggiamo nella notte
ci conosciamo –
danziamo con le ombre
di grandi vecchi fuochi
siamo gli uccelli
che gridano nel buio
ci ricordiamo –
le ali come voci
che inseguono la luna
***
sanno di foglie
le strade del mattino
ancora chiuse
***
quando sorridi
un pesciolino d’oro
guizza negli occhi
***
quando la sera
si lecca come un gatto
la luna è l’occhio
***
la tazza rotta
mi mostra con orgoglio
ferite d’oro
[…]
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Nuvole
sussurra voce
piccola
piccola
sussurra
voce
di foglia
d’alga scura
ti sento
nell’orecchio
nell’angolo
della palpebra
sulla punta
delle dita
nel profilo
di una collina
azzurra
come l’aria.
***
nel filo di paglia
c’è ancora
un po’ dell’estate
ti aspetto
come si aspetta un’ora
senza aspettare
come si aspetta una nuvola
***
gli alberi immobili
aspettano
i decreti del cielo –
sognano
di essere pietre
[…]
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Schegge di tempo
le ombre notturne
tessono ragnatele
sui muri
Penelope sa
che non esiste ritorno
***
case buie
strade buie
cielo buio
solo una stella
e non so il suo nome
***
qualcosa si innamora
proprio adesso
mentre il sole si alza
ed è felice
***
il sogno del vetro
forse è farsi acqua
***
partire
verso un altro orizzonte
perché c’è sempre un’altra terra
al di là del mare
***
devi alzare la testa
per sentire
la voce delle nuvole
[…]
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Pietre e acque
insegnami
pietra
insegnami
l’immobile
pazienza
***
stanchi di guardare a terra
gli occhi
si arrampicano
sulle cime degli alberi
***
la statua
mi guarda
coi suoi occhi
millenari
e mi chiede
se sono
viva
***
sarebbe bello
lasciare le parole
mutarsi in pioggia