16 dicembre 2010
Si turnasse Masaniello
(da Cercando la Terra)
Cari ascoltatori,
tra le più belle realtà della world music in cui ci siamo imbattuti negli ultimi tempi ci sono i Cantodiscanto. Il primo brano in ascolto, Si turnasse Masaniello, ci ha già condotti a Napoli, che è il luogo d’origine del leader Guido Sodo, il quale poi ha costruito le sue esperienze e i suoi percorsi musicali in Emilia e in particolare a Bologna, dove vive da vent’anni. Tra le facciate in mattoni rossi, le lunghe vie porticate e le torri medievali, spira un vento mediterraneo che ha il sapore del folk, del blues, della musica antica e tradizionale che viene dal sud. Chiediamo a Guido Sodo di parlarci del primo periodo bolognese dei Cantodiscanto e di introdurci il secondo brano, una tarantella del Gargano.
Baladi / Tarantella del Gargano
(da Medinsud)
Sempre da Medinsud, il secondo cd dei Cantodiscanto, abbiamo scelto un brano che ci mostra come, dopo l’incontro con il cantante palestinese Faisal Taher, i vostri orizzonti musicali si siano allargati. Avete scoperto le affinità tra la musica napoletana e la musica araba, e vi siete aperti a influenze klezmer, insomma a un meticciato che vi è riuscito benissimo. Prima di ascoltare Medinsud, che dà il titolo al Cd, vuoi presentarci, Guido, i musicisti che hanno partecipato a quel progetto?
Medinsud
(da Medinsud)
Il prossimo brano è forse la sintesi poetica del vostro lavoro. Il Malmediterraneo, che è il titolo anche del vostro terzo cd, uscito nel 2003, è così potente che vi spinge a forzarne le frontiere, fino a ricongiungerlo all’Atlantico e all’Africa. Qui, oltre che con il palestinese Faisal Taher, avete lavorato con musicisti africani, e le tarantelle prendono ritmi sudamericani.
Malmediterraneo
(da Malmediterraneo)
L’ultima produzione è del 2010 e s’intitola Tutto il mondo è Paese. Qui sconfinate in direzione nord, o meglio nord-est, andando in Irlanda, Svezia, Francia, e in direzione sud-est, incrociando Grecia e Turchia. E poi, di nuovo, Mediterraneo e Africa, in un sincretismo veramente efficace. Si tratta di un cd di cover da vari Paesi del mondo. Ci dici come e con chi avete lavorato per ottenere questo risultato?
Trilo
(da Tutto il mondo è paese)
Adesso ascoltiamo African Jig, un brano esemplare anche questo perché su un ritmo africano s’inserisce in poliritmia una giga irlandese che accoglie un canto arabo e quindi una tammurriata napoletana, per poi andare a finire in mezzo a un mercato che hai registrato personalmente a Catania. Questo vostro lavoro è stato apprezzato molto a Bologna, vero Guido?
African Jig
(da Tutto il mondo è paese)
Concludiamo questo nostro incontro con Guido Sodo dei Cantodiscanto con un brano che per il momento non è incluso in un progetto dei Cantodiscanto ma in un suo prossimo cd come solista. Ci spieghi com’è nata questa canzone, che io trovo bellissima e mi ricorda un po’ il primo Pino Daniele. Ci sono tanti echi, tante voci in questo pezzo che la lingua portoghese rende dolcissimo, anche se sprigiona la forza della resistenza. Resistenza di tutti gli artisti e i poeti alla vita prosaica in cui ci vogliono rinchiudere. Possiamo leggerlo così, questo brano?