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5 Settembre 2014 | Mostre

La “Bologna Bella” che creava gioielli

Al Museo della Tappezzeria di Bologna gli straordinari disegni di gioielli dell’Aemilia Ars

A cura di Carlo Tovoli

C’è tempo fino al 31 dicembre per visitare ilMuseo di Villa Spada a Bologna dove è allestita una mostra di disegni e di fotografie d’epoca di gioielli, parte della donazione effettuata nel 1994 al Museo dalla signora Flavia Cavazza, in omaggio alla nonna paterna,la contessa Lina BianconciniCavazza, patronessa e direttrice del settore Merletti e Ricami antichi della Società Aemilia Ars. Ricordiamo che la Società, fondata a Bologna il 3 dicembre 1898 con la direzione artistica di Alfonso Rubbiani, si proponeva di riqualificare e dare nuovo impulso alle Arti Applicate emiliane; la struttura originaria comprendeva numerosi settori di produzione, tra i quali la gioielleria, che vennero chiusi nel 1903, quando si decise di puntare sulla prediletta dal pubblico, ovvero l’industria “dei merletti e di ricami a punto antico”.

Aemilia Ars era sinonimo di eccellenza: la maggior parte delle immagini dei gioielli in mostra sono contrassegnate dal timbro in inchiostro rosso o azzurro oppure dal marchio a secco della Società; la firma di Alfonso Rubbiani non appare mai nei disegni ma il suo acronimo o la sua sigla spesso appare nei cartoncini di supporto delle fotografie d’epoca, mentre nelle schede descrittive riconosciamo spesso la sua grafia. Qui sono illustrate le fonti iconografiche, letterarie o storiche di altrettanti disegni di gioielli, copiati da monili presenti in dipinti di pittori del Rinascimento italiano, oppure ispirati a motivi figurativi del passato, e definiti “Originale di Aemilia Ars – Tipo Rinascenza” e, infine, di nuova concezione “Originale di Aemilia Ars”. L’allestimento ripropone questa divisione. Abbiamo quindi le immagini, i disegni e le fotografie dell’epoca che replicano monili presenti in dipinti di autori del Rinascimento, conservati nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, tra i quali il già noto pendente esemplato sul gioiello indossato da Santa Cecilia nella pala Estasi di Santa Cecilia di Raffaello Sanzio, solo per citare un esempio.

I disegni di pendenti che rientrano nella categoria “Tipo Rinascenza” si sono in qualche caso rivelati ispirati ad opere realizzate su indicazione di Alfonso Rubbiani durante i restauri delle cappelle della basilica di San Francesco a Bologna, oppure ispirati a celebri dipinti, come la Primavera di Botticelli. L’eclettismo che ha caratterizzato l’oreficeria italiana per tutto l’Ottocento fino al primo decennio del Novecento è mostrato pienamente dalle immagini dei pendenti che rientrano nella categoria definita “Originale di Aemilia – Ars”. Le linee dei monili mostrano infatti l’influenza della gioielleria francese Art Nouveau, ma anche un richiamo a Charles Robert Ashbee, il più importante disegnatore di gioielli del movimento Arts and Crafts inglese, mentre i disegni di due pendenti di soggetto dantesco, ispirati ad altrettante terzine della cantica del Purgatorio, mostrano un riferimento alla produzione di uno degli orafi italiani più innovativi del periodo, il napoletano Vincenzo Miranda.
Un viaggio esaltante nell’oreficeria bolognese che ci racconta di una Bologna cherisplende, vivace, come i suoi gioielli. Tutte le informazioni sul sito del Museo all’indirizzo www.museotappezzeria.it
Un saluto dal vostro Carlo Tovoli

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