6 dicembre 2013
Stagione di eventi importanti a Faenza. Non solo Martini nell’orizzonte della città romagnola. Un nuovo nome richiama l’attenzione: Domenico Rambelli.
Già il titolo della mostra incuriosisce e al tempo stesso incute quasi soggezione: “MONUMENTALE. Disegni e scultura nell’arte di Domenico Rambelli”. Si tratta di una ampia esposizione che sarà inaugurata venerdì 6 dicembre alle ore 18,00 e rimarrà aperta al pubblico fino al primo maggio 2014, proponendo uno dei più autorevoli scultori italiani del secolo scorso del quale nel 1980, in occasione della prima mostra tenuta a Faenza dopo la morte dell’artista, Renato Barilli scrisse “Rambelli è stato forse il principale autore monumentale degli Anni Venti”
Ma, per stimolare ulteriormente la vostra curiosità, cari ascoltatori vi diamo qualche breve cenno biografico dell’autore. Nasce a Pieve Ponte, Faenza, nel 1886, dove compie gli studi presso la Scuola di Arti e Mestieri. Fondamentale per la sua evoluzione artistica è stato il sodalizio con Domenico Baccarini, figura questa di straordinario rilievo, protagonista dell’intenso rinnovamento artistico dei primi anni del Novecento in Romagna, la cui lezione innovatrice sarà portata avanti dai suoi sodali, il cosiddetto Cenacolo Baccarini, del quale farà parte egli stesso. Seguendo l’amico Domenico Baccarini, completa la sua formazione a Firenze alla Libera Scuola del Nudo dell’Accademia di Belle Arti.
Esordisce come pittore a Roma nel 1905 e due anni dopo espone un dipinto alla Biennale di Venezia, successivamente si trasferisce a Parigi dove incontra Bourdelle e Picasso e conosce l’arte di Rodin, restandone influenzato. Dopo la parentesi forzata per la partecipazione alla Grande Guerra, gli viene assegnata la cattedra di plastica e pittura ornamentale presso l’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza, negli stessi anni aderisce al movimento artistico “Valori Plastici”. Successivamente partecipa alla corrente “Novecento”; viene nominato Accademico di San Luca nel 1960. Morirà a Roma nel 1972.
Incontriamolo, dunque, questo sommo artista di forme e volumi grandi, ma anche densi di poesia e di memoria, negli spazi della bella Pinacoteca Comunale di Faenza, in via S. Maria dell’Angelo 9 e scopriamo insieme l’autore di alcune sculture che hanno segnato un tempo e un modo di interpretare episodi e personaggi della storia.
Svettano, da questo punto di vista e sono emblematiche della sua forza creatività il “Fante che dorme” di Brisighella, il monumento a Francesco Baracca a Lugo, il monumento ai caduti di Viareggio tutti riconducibili agli anni Venti.
L’esposizione, organizzata dalla Pinacoteca Comunale di Faenza. Ricostruisce il percorso artistico Rambelli attraverso una sessantina di opere, calibrate tra sculture e disegni, dalla prima – firmata e datata 1901 – ad una delle ultime sue sculture realizzata nel 1960. Costituisce una preziosa novità il ritrovamento di quattro belle opere finora inedite, databili al secondo decennio del Novecento, come pure l’evento è stato il momento per effettuare importanti restauri di due opere della Pinacoteca Comunale.
In particolare l’Istituto per i beni culturali ha promosso e curato il restauro della scultura in gesso di Titti Papini, mentre l’altro intervento, a seguito della donazione da parte della famiglia, ha riguardato il busto del conte Carlo Zanelli Quarantini.
Un artista dalle molteplici passioni anche a livello materico Rambelli, come testimoniano le opere ceramiche esposte nelle sale del Novecento del Museo Internazionale delle Ceramiche, ma anche una straordinaria mano nel disegno e per raccontare questo versante della sua lunga e faconda carriera è stata realizzata una piccola ma qualificata scelta di caricature, disegnate a colori con i pastelli, che caratterizzano anche in questo campo l’artista faentino.
Faenza vi aspetta, sulla via Emilia, tra le tante suggestioni che il suo patrimonio e la sua storia sanno offrire.
Regalatevi sempre un tempo per la cultura!