“Ricca miniera / inesauribile / di nuovo, oltremarino, alto saper”. Non dev’essere capitato a molti altri scienziati di sentirsi definire in maniera così elegante, ma del resto, care amiche e cari amici di RadioEmiliaRomagna, i primati di Laura Bassi sono stati davvero tanti. È lei la “ricca miniera” di preziosi saperi di cui parla il poeta Francesco Algarotti nei versi scritti in occasione della sua laurea, nel 1732. E tanto entusiasmo appare comprensibile: era la seconda donna italiana a ottenere un diploma universitario.
Nata il 29 ottobre del 1711, a Bologna, Laura Maria Caterina Bassi dimostra fin da giovane una forte curiosità per le scienze. In una città che fa ancora parte dello Stato pontificio e in un’epoca in cui lo studio è considerato territorio riservato ai soli uomini, se Laura riesce a coltivare questa passione tra le mura della sua casa lo deve, oltre che a sé stessa, alla disponibilità della famiglia. I suoi genitori la affidano infatti al medico Gaetano Tacconi, lettore di medicina nell’Università e membro dell’Accademia delle scienze. Ma il talento della ragazza è così notevole da guadagnarle anche l’appoggio dell’arcivescovo, il cardinale Prospero Lambertini, futuro papa Benedetto XIV, che ne segue i progressi e ne diventa il più potente sostenitore.
Il 17 aprile del 1732 Laura si presenta di fronte a una “numerosissima e scelta moltitudine di letterati, di cavalieri, e di religiosi graduati di ogni ordine”. Per ottenere la laurea in filosofia deve affrontare una disputa in cui è chiamata a rispondere alle domande di cinque dottori. L’esame è così brillante da suscitare clamore e giubilo in tutta la città, che in maggio, quando il diploma le viene conferito, festeggia per giorni la sua prima dottoressa. Prima di lei solo la veneziana Elena Cornaro.
E non basta, perché il mese successivo Laura Bassi conquista un altro risultato storico, quando consegue la cattedra di filosofia naturale, quella che oggi chiameremmo fisica.
Eppure il senato accademico non le permette di tenere corsi all’interno dell’Istituto delle scienze, come sarebbe stato normale per un uomo. L’assegnazione della cattedra non equivale a un vero e proprio mandato a insegnare, ha più il valore di un riconoscimento per gli sforzi di una donna che, per un caso eccezionale, sa ragionare. Le viene concesso di tenere lezione in Archiginnasio, l’antica sede dell’università, ma solo in occasioni straordinarie, come le visite di principi e sovrani, e solo se i superiori lo consentono.
Nonostante questo ostracismo, nel 1749 Laura Bassi inaugura una serie di corsi di fisica sperimentale all’interno della sua casa, dove insieme al marito Giuseppe Veratti, suo collega, allestisce anche un laboratorio per gli esperimenti e le dimostrazioni. Le sue lezioni sono condotte con competenza ma anche con affabilità, e, soprattutto, con un approccio decisamente moderno: in un secolo ancora attaccato ai dogmi aristotelici, da lei gli studenti apprendono i principi della nuova scienza newtoniana.
Nel 1776, quando finalmente il Senato bolognese le concede una cattedra all’Istituto delle scienze, la fama della scienziata è ormai diffusa e illustri colleghi la considerano loro pari, da Lazzaro Spallanzani ad Alessandro Volta. Dopo la morte, il 20 febbraio 1778, viene sepolta a poca distanza da Luigi Galvani.
Per conoscere meglio la storia di Laura Bassi vi proponiamo, in due puntate, l’audio del film documentario diretto da Enza Negroni nel 2011, in occasione del terzo centenario della nascita.
Laura Bassi, una vita straordinaria.
O dell’aurata Luce settemplice
regia: Enza Negroni
interprete: Francesca Mazza
consulente scientifico: Marta Cavazza
collaborazione al testo: Marta Franceschini
fotografia: Fabrizio La Palombara
montaggio: Davide Pepe
musiche: Tiziano Popoli
produzione: Valeria Consolo – Proposta Video
anno: 2011
realizzato da: Università di Bologna, Comitato pari opportunità
in collaborazione con: Agenzia informazione e ufficio stampa della Giunta della Regione Emilia-Romagna, Legacoop Commissione pari opportunità Emilia-Romagna, Fondazione Barberini, Coop Adriatica, Fondazione Unipolis, ACCDA