6 settmbre 2013
Si potrebbero definire i “Maceo di Maceo” gli splendidi dipinti esposti al pubblico al Museo Civico San Rocco di Fusignano fino al 20 ottobre.
Un maestro del Novecento, se stesso sempre nel succedersi delle mode e degli “ismi”, lungo il secolo artisticamente più tormentato: questo è il Maceo che si può ammirare nella mostra fusignanese con oltre trenta opere esposte (nature morte e vasi con fiori, paesaggi e ritratti) per lo più cronologicamente riferite alla piena maturità del pittore. Attraverso queste opere, infatti, è possibile al visitatore fare diretta conoscenza con un artista che è certamente da ricordare tra i protagonisti del ‘900, e tra i maggiori artisti italiani capaci di “traghettare” nel Ventesimo secolo le istanze artistiche dell’ultimo Ottocento.
Nutrito di linfa francese, cresciuto a contatto con la tradizione della pittura paesistica lionese, Maceo è rimasto per tutta la vita fedele alle ragioni di una pittura ispirata dalla natura e filtrata dal sentimento, passando dagli effetti dell’en plein air al verismo delle composizioni d’interno, delle nature morte e dei ritratti.
Nato a Forlì nel 1899, il giovane Maceo inizia a dipingere con Giovanni Marchini. A 13 anni emigra con la famiglia a Lione, dove frequenta l’Accademia libera di nudo. Durante la prima guerra mondiale è in Trentino come mitragliere reggimentale. Al ritorno del fronte soggiorna ancora per qualche tempo in Francia, rientrando poi nella città natale. Qui, durante gli anni Venti, partecipa attivamente alle iniziative del Cenacolo Forlivese e opera prevalentemente come esecutore di scene teatrali e come decoratore.
Nel 1934 è assunto all’Istituto Luce di Roma nel reparto trucchi cinematografici. Nel 1937 due sue opere sono acquistate dal Ministero dell’Educazione Nazionale e esposte alla Galleria d’Arte Moderna di Roma.
Nel ’41 riceve l’incarico di reporter al fronte nel “Reparto Guerra”. Durante il servizio esegue migliaia di fotografie ed “impressioni” pittoriche, per cui ancora oggi è ricordato come pittore e fotografo di guerra.
A guerra terminata, Maceo Casadei soggiorna per qualche tempo a Venezia, dove tra l’altro frequenta Filippo de Pisis, prima del definitivo ritorno a Forlì. Qui diventa in breve la figura di maggior spicco nella vita artistica della città, anche come promotore di eventi culturali.
Fino a tarda età svolge un’intensa attività artistica, con una vastissima produzione pittorica e grafica. Durante i frequenti soggiorni in Francia esegue dipinti e acquerelli ispirati alla ville lumière e alla campagna lionese. E’ nel 1968 che decide di donare alla Piancoteca civica di Forlì l’importante raccolta di opere, oggetto dell’attuale mostra a Fusignano, a cura di Paolo Trioschi e Orlando Piraccini..
L’artista muore nel 1992 e da allora gli sono state dedicate numerose mostre e pubblicazioni monografiche.
Info:
5 settembre – 20 ottobre
orari: sabato, 15-18; domenica, 10,30-12 e 15-18;
dal 5 all’8 settembre, in occasione della “Festa di Fusignano”, 15,30-23,30.
Ingresso libero
www.comune.fusignano.ra.it