16 aprile 2011
I collezionisti, è noto, coltivano le più disparate passioni e dedicano il loro gusto per la serialità agli oggetti più diversi indipendentemente anche dal valore materiale. Una collezione privata rivela sempre curiosità e interessi sorprendenti e riesce ad offrire nuove conoscenze anche di carattere storico e sociologico.
Il sapore e il profumo della mostra Moliendo Café. L’arte di macinar nero fra Ottocento e Novecento. I macinini da caffè della Collezione Mazzocato, che si tiene alla Rocca Sforzesca di Dozza fino al 21 agosto 2011, propone un approccio ad un oggetto che i più giovani non hanno mai usato. Come pure si coniuga con il consumo di una delle bevande che hanno configurato il rapporto tra Europa e nuovo mondo: il caffè. C’è un’Europa tra due culture e due rituali: quello del the e quello, molto più mediterraneo, del caffè.
L’esposizione è l’ulteriore passo sul tema del collezionismo storico, presentato attraverso mostre presso la Rocca Sforzesca fin dal 2006 e riserva una forte attenzione a quel genere di collezionismo che raccoglie, studia e conserva gli oggetti, spesso d’uso comune, di fine Ottocento e primo Novecento. In questo caso, l’idea dell’esposizione trova spunto nelle collezioni storiche della Rocca Sforzesca. La catalogazione degli oggetti della sua Cucina storica, dove sono conservati tre macinini da caffè. ha sollecitato l’incontro per conoscere meglio questo strumento della tradizione domestica rivolgendosi al professor Gian Domenico Mazzocato, scrittore e collezionista di macinini da caffé.
Un’occasione preziosa per costruire un approfondimento godibile di questo oggetto, spesso raffinato, divenuto uno status symbol anche perchè la bruna miscela costituiva un segno di agiatezza, non tutti potevano permettersi una tazza di caffè. E, dunque, il macinino, così discreto anche per il diminutivo che lo identifica, ebbe l’attenzione del’Enciclopedia di Diderot e D’Alambert; iconografia pittorica e letteratura lo accolgono.Grandi artigiani e designer ne realizzano.
Tutto questo e altro racconta la bella mostra curata da Gian Domenico Mazzocato con Patrizia Grandi, responsabile del Museo della Rocca di Dozza e patrocinata dall’IBC, che espone ben 129 esemplari tra storici, moderni, nomadici, da muro, comprese le tipologie delle maggiori case produttrici storiche la francese Peugeot, l’italiana Tre Spade, la tedesca Zassenhaus. A questo punto, incontriamoci per un caffè, che macina sempre incontri e pause dialoganti.
Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it