Abbiamo oggi come ospite in redazione Nicola Zamboni uno scultore emiliano la cui opera ha valicato i confini della regione approdando in Sicilia , a Creta, in Spagna, in Francia, in America Latina e Australia. Questo artista è stato per tredici anni assistente di Quinto Ghermandi, uno dei più grandi scultori italiani, all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha insegnato scultura per 7 anni scultura all’Accademia di belle Arti di Brera a Milano, e ora insegna a Bologna. Zamboni ha prodotto molte opere d’arte che si trovano in musei e case private in tutta Italia e in numerosi parchi, giardini ed enti pubblici nel milanese e in Emilia-Romagna e poi come dicevamo prima in vari paesi nel mondo. Nella sua grande casa studio-officina in via Barabana, nella campagna emiliana nel comune di Sala bolognese, ha dato vita e sta portando avanti il progetto di una scuola officina dal sapore rinascimentale a cui fanno riferimento i suoi allievi e numerose altre persone incontrate nel corso della vita.
Partiamo dalla scelta dei materiali legno, marmo e rame, con il quale crea bellissime foglie, un tema ricorrente nella sua opera, che cosa rappresentano ce ne vuole parlare?
Anche il tema del viaggio è molto presente nella sua opera con queste imbarcazioni che solcano il mare, un mare che spesso è costituito dalle pagine di un libro, altro tema ricorrente ….
Attualmente è in corso a Modena al foro Boario una mostra dedicata a lei e a Sara Bolzani, sculture di retroguardia è il titolo, perché?
Che opera avete realizzato per la mostra ce la vuole descrivere?
Lei a Creato a sala Bolognese un laboratorio ci vuole parlare di questa esperienza, come è nata l’idea di condividere il proprio spazio creativo con altri artisti.
Lei ha lavorato molto anche per
Qual è stata la lezione più importante del suo maestro Quinto Ghermandi?
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
A cura di Cinzia Leoni