Parliamo ancora di tango. Lo facciamo volentieri perché molti nostri ascoltatori sono argentini e uruguayani: a loro dedichiamo questa trasmissione che si chiama “I protagonisti di ieri”. Il brano che stiamo ascoltando ci introduce a un personaggio che è appunto il protagonista di questa nostra puntata: Hugo del Carril, cantante (è sua la voce in sottofondo), ma anche attore e regista. Fu uno dei personaggi chiave dello spettacolo argentino negli anni ’40 e ’50. Un celebre cantante di origine – pensate un po’ – emiliana. Il suo vero nome, infatti, era Ugo Fontana.
Musica: Hugo del Carril
E’ noto che il tango è il prodotto di una cultura meticcia, nata negli ambienti di immigrazione. Ma la sparola “tango” non è chiaro da dove venga. C’è chi dice che “tangos” fossero i locali in cui si trovavano i neri e gli immigrati in genere per ballare e far festa. C’è chi fa nascere il termine in ambiente francese: “tangage” è il beccheggio, il dondolio delle barche, simile a quello che fanno le figure quando danzano. Comunque sia, il tango fu presto assimilato dagli immigrati europei che ne colsero la profondità e una specie di bellezza malinconica, legata al senso delle cose perdute. La sua musica sembrava il sottofondo più adatto a segnare il ritmo dell’emarginazione e della sconfitta. Borges ha chiamato questa musica il “pensiero triste che si balla”. Questo senso della malinconia ha portato a rallentare il ritmo, che all’inizio era abbastanza veloce, in 2/4. Poi la musica fu scritta in 4/8 e 4/4, e rallentava man mano che prese piede l’abitudine di aggiungervi il testo.
Questa premessa è indispensabile per introdurre il nostro personaggio, Hugo del Carril. Quando nacque, nel
Dopo la morte di Carlos Gardel, assieme al mito del personaggio esplose l’amore per il tango (sempre musica in sottofondo). E’ in questo contesto che si inserisce la storia di Hugo del Carril, cresciuto nell’ammirazione di Gardel, e che proprio l’anno dopo la morte di Gardel, dunque nel 1936, ottenne un incredibile successo alla radio con “Luna de arrabal”.
Ci facciamo raccontare gli inizi della carriera di Hugo del Carril dalla figlia Marcela Fontana, che oggi vive in Italia, non lontano da Roma. Prima però vogliamo chiedere a Marcela, che porta un cognome tipicamente emiliano, di spiegarci le origini della sua famiglia. Sappiamo che la nonna, cioè la madre di Hugo del Carril, era di Reggio Emilia.
Buongiorno dunque a Marcela Fontana, che è in linea con noi. Ci confermi quello che abbiamo detto?
Bene, grazie Marcela. Prima di continuare la nostra conversazione ascoltiamo un altro brano cantato da tuo padre.
Musica: Hugo del Carril
Dunque, il padre di Del Carril è architetto, costruttore di diversi palazzi nel quartiere di Palermo Chico – un quartiere residenziale, abitato da bella gente – ma Hugo, abbandonato dai genitori, nasce e cresce nel quartiere popolare di Flores, affidato a una famiglia francese che si prende cura di lui. Il patrigno francese portava il piccolo Hugo nei bar dove si esibivano gli artisti. Erano i primi anni del tango cantato, e le canzoni di Carlos Gardel stavano diventando la colonna sonora dell’Argentina: come dire, il suo marchio di fabbrica. In questo clima cresceva tuo padre, Marcela. Lui ti ha mai parlato di quei tempi?…
Ci hai raccontato che, giovanissimo, fu messo sul palco del Teatro Colón a cantare La Marsigliese insieme ai tenori.
E tu cosa provi oggi, quando ascolti una sua canzone?
Per mantenersi, Hugo lavorava come operaio e ogni tanto andava a Pocitos, in Uruguay, per incontrare il nonno Orsini Bertani, studioso di psicologia, che era stato espulso dall’Argentina per la sua militanza anarchica. Credi che abbia appreso dal nonno emiliano la capacità di battersi per gli ideali?
Bene, adesso ascoltiamo un altro brano e poi proseguiamo con la storia della vita di tuo padre, Hugo del Carril.
Musica: Hugo del Carril
Cresciuto nell’ammirazione del grande Carlos Gardel, Del Carril prese lezioni dalla soprano Elvira Colonese che lo mise nelle condizioni di affrontare le prime prove nel mondo dello spettacolo, a quei tempi incentrato intorno alla radio. Cominciò a esibirsi nel 1929 alla Radio del Pueblo, anche come presentatore. Lavorò in un quartetto di voci e poi in duo, finché il direttore d’orchestra Héctor Quesada lo chiamò a Radio La Nación come solista. Nel 1936 cantò con l’orchestra di Tito Ribero, l’arrangiatore e compositore che lo portò al successo in quello stesso anno con “Luna de arrabal”.
Musica: Luna de arrabal
La sua carriera cominciò a decollare con questa canzone che tutti canticchiavano dopo averla sentita alla radio. Luna “de arrabal” è un’espressione “porteña”, cioè legata alla zona del porto di Buenos Aires. Si potrebbe tradurre, più o meno, come luna “malandrina”: quella che compare nelle serate estive popolate di malevos, di “guappi” dal sangue caldo che chiamano la fidanzata al balcone. Infatti il testo della canzone dice: “La notte è chiara ed estiva / perché c’è molta luce a causa della luna de arrabal / che ci accompagna per le strade come ieri. / E’ mezzanotte, lei dorme e io voglio cantarle una serenata…”.
Musica: Luna de arrabal
Dopo il successo di questa canzone, Del Carril fu chiamato sul set del film “Los muchachos de antes no usaban gomina” del celebre regista Manuel Romero a cantare “Tiempos viejos”, un tango scritto dallo stesso regista su musica di Francisco Canaro. Poco dopo gli fu fatto un contratto per tre film. Sul set di uno di questi conobbe l’attrice Ana Maria Martinez con la quale intrecciò una relazione molto chiacchierata nell’ambiente del cinema. Del Carrill era ormai un idolo delle masse per la sua simpatia, bravura, dizione perfetta: una speciale mistura di porteñidad e di criollismo; un fascino nato dal suo essere profondamente argentino e, come tutti gli argentini, profondamente straniero a se stesso.
Musica: Hugo del Carril
Con questo nostalgico tango, chiudiamo la prima puntata dedicata a Hugo del Carril, il grande cantante di origine emiliana, e vi diamo appuntamento alla prossima settimana per la puntata conclusiva. Avremo sempre in collegamento con noi la figlia di Del Carril, Marcela Fontana, che ci racconterà momenti particolari della vita di suo padre. Arrivederci dunque alla settimana prossima.