Capitan Pastene è una piccola cittadina sulle prime propaggini delle Ande cilene, nella regione dell’Araucania. Un paese, fatto di case di legno dove le strade sono ancora di terra battuta. Per l’Emilia Romagna, e soprattutto per la provincia modenese Capitan Pastene ha una notevole importanza storica. Il paese è stato infatti fondato all’inizi del ‘900, più esattamente il 10 marzo 1904 da un gruppo di 135 coloni proveniente da Pavullo, Verica e altri luoghi dell’Appennino modenese. L’iniziativa fu del pavullese Antonio Ricci che, ottenuta nel 1903 dal governo cileno la concessione per popolare di coloni una vasta area della provincia di Malleco, si incaricò della ricerca di persone nella zona del suo paese natale.
Nonostante la delusione provata all’arrivo dai primi modenesi, nel 1905 arrivò a Capitan Pastene una seconda ondata di coloni (62 nuclei familiari) provenienti da Zocca, Guiglia, Montese, Pavullo, insieme ad alcuni bolognesi. Molti ben presto abbandonarono quella landa inospitale per trasferirsi in Argentina, a Santiago o in altre aree del Cile, o per fare ritorno in Italia. Chi rimase, riuscì in qualche modo a sopravvivere e oggi si conta che in tutta la regione siano da 10 a 15 mila le persone con legami di parentela con gli emigrati italiani.
Intervista a Bernadette Jubini.
Testo e lettura Marina Leonardi.