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17 Novembre 2014 | Archivio / Mani di questa terra

Il museo dell’arte olearia e l’olio del Ducato

A cura di Cinzia Leoni e Francesca Ponti

Nella food valley emiliana, a due passi da Parma e dal Po, terra conosciuta in tutto il mondo per la produzione di Prosciutti, Culatelli e di Parmigiano Reggiano parlare di Olio di oliva potrebbe non sembrare del tutto appropriato. Del resto in Emilia-Romagna siamo ormai soliti a legare la produzione dell’olio all’area romagnola, alle colline del ravennate e del riminese, che vantano due Dop di Olio extravergine: Brisighella e Colline di Romagna.

Ma pochi sanno che nelle colline emiliane, zona ai margini dell’areale dell’olivo, sono stati ritrovati alcuni esemplari secolari di olivo, che ne testimoniano indubbiamente la capacità di sopravvivenza di questa pianta nei nostri climi e la sua coltivazione nel passato.

Per questo la Regione Emilia-Romagna e le province emiliane, da Modena a Piacenza, sono da tempo impegnate nello studio e valorizzazione dell’olivicoltura emiliana attraverso progetti ad hoc. A Parma, una decina di anni fa è nata anche un’associazione di olivicoltori parmensi allo scopo di riportare questa coltura nel territorio e per assicurare la tutela e la propagazione dei pochi esemplari di olivo  autoctoni ritrovati.

Chiediamo a Mauro Carboni, esperto di olivicoltura e di agrobiodiversità e uno dei fondatori dell’associazione Olivicoltori parmensi, buongiorno Carboni   le chiediamo di raccontarci di raccontarci come è nata l’idea di rilanciare la coltivazione dell’olivo nei territori delle colline emiliane.

Intervista Mauro Carboni

Ci insegnano gli esperti di marketing che il consumo di un prodotto di alta qualità come l’extravergine ha un grado di fidelizzazione del cliente molto alto. L’apprezzamento del prodotto è sempre più spesso legato ai valori culturali e ambientali che il produttore ha saputo coinvolgere nell’ottenerlo. Ed ecco forse spiegato come è nata l’idea della famiglia Orsi Coppini di aprire un museo e centro culturale dedicato alla cultura dell’olivo nel bel mezzo della food valley. L’azienda a conduzione familiare Orsi Coppini da generazioni a San Secondo Parmense  imbottiglia olio di oliva extravergine italiano, ottenuto nei propri oliveti situati in zone più vocate alla produzione, come l’Abruzzo e la Sicilia, rigorosamente spremuto a freddo entro 48 ore dalla raccolta. 

Ci parla di questo  particolare museo e centro culturale da Cecilia Bergamaschi, Responsabile Relazioni Esterne della Coppini Arte Olearia

Intervista Cecilia Bergamaschi

Insomma una una strategia di marketing quella della Orsi Coppini che parte dalla trazione e dalla cultura per arrivare ad un racconto originale che evidenzia l’unicità dei prodotto, un investimento importante e di questi tempi estremamente coraggioso che speriamo dia buoni frutti.

Ricordiamo anche ai nostri ascoltatori che il museo dell’Arte olearia di San Secondo Parmense fa parte del circuito provinciale dei musei del cibo di Parma, insieme a quello del Parmigiano Reggiano, del Salame di Felino, del Prosciutto di Parma, del Museo cantina dei vini dei colli di Parma, della Pasta e del Pomodoro.

Con questo museo salgono a ben 25 i Musei del Gusto dalla Regione Emilia-Romagna, che continuano a crescere  e che sono virtualmente visitabili, insieme a i Musei del Mondo Rurale, nel nuovo sito tematico regionale Agrobiodiversità e Cultura Rurale, (all’interno del portale regionale Agricoltura e Pesca all’indirizzo:

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/agrobiodiversita)

Nel sito potete trovare anche informazioni dettagliate sulle varietà di olivo della biodiversità regionale, che fanno parte del Repertorio delle risorse genetiche agrarie dell’Emilia-Romagna.

 

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