Carmine Caputo
Quello che sappiamo dell’architettura dell’Appennino bolognese prima del devastante passaggio della seconda guerra mondiale, lo dobbiamo a Luigi Fantini.
Con la sua Tessar-Zeiss 10×15, che gli era costata mille lire nel 1935 (quando lo stipendio non superava le 600 lire al mese) ha immortalato con professionalità e passione le secolari costruzioni dell’Appennino.
Per ogni scatto bisognava pazientemente attendere la stagione e l’ora giusta. Perché Fantini non era certo uno che poteva permettersi il lusso di improvvisare.
Partenza alle sei del mattino da Bologna con binocolo, borraccia, attrezzatura fotografica, e via per altre esplorazioni, spesso in compagnia del nipote Enrico.
Doverosamente in bicicletta.