9 giugno 2009
Oggi vi parliamo di uno dei protagonisti del giornalismo italiano, Arrigo Levi. Modenese, nato nel 1926, inizia la carriera giornalistica in Argentina, dove si rifugia con la famiglia dopo l’emanazione delle leggi razziali. A Buenos Aires, giovanissimo, dirige Italia Libera.
Rientrato in Italia, dal 1946 al 1948 è direttore della Gazzetta di Modena. Dal ’51 al ’53 è corrispondente da Londra per la Gazzetta del Popolo. Dal ’53 al ’59 è corrispondente da Roma per il Corriere di Informazione. Dal 1960 al ’62 e dal ’62 al ‘66 è a Mosca come corrispondente prima del Corriere della sera e poi de Il Giorno. Dal 1966 al ’68 è conduttore del telegiornale Rai. Dopo essere stato inviato speciale dal 1969 al 1973 per La Stampa, dal 1973 al 1978 è redattore capo sempre a La Stampa. Dal ’79 all’’83 cura la rubrica dei problemi internazionali del Times. Nel 1988 diviene capo editorialista del Corriere della sera.
Numerosi i programmi televisivi da lui curati, tra i quali Tam tam e Punto sette. Altrettanto numerosi i libri, di cui possiamo segnalare almeno Il potere in Russia da Stalin a Brezhnev (1965), Ipotesi sull’Italia (1983), Intervista sulla DC (1986), Yitzhak Rabin. 1210 giorni per la pace (1996), La vecchiaia può attendere (1988) e il recente Un paese non basta (2009).
Arrigo Levi è stato insignito di prestigiosi premi per il giornalismo ed è attualmente consigliere del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo esserlo stato per tutto il settennato di Carlo Azeglio Ciampi.
Nel suo libro “Un paese non basta” lei non racconta il suo prestigioso percorso di giornalista, ma perché ha deciso, anzi gli è capitato, di fare il giornalista, anziché l’avvocato come da tradizione di famiglia. E’ stata colpa delle leggi razziali e della fuga in Argentina nel ’42 della famiglia Levi?
Lei ha attraversato la “barbarie” del secolo, che l’ha inseguita attraverso i continenti. Prima in Italia con il fascismo, poi in Argentina con il peronismo, quindi è stato testimone della guerra civile italiana, molto cruenta in Emilia, e delle nefandezze del comunismo. Quando la normalità rivela tutte le radici dell’irrazionale, quali strumenti abbiamo per sopravvivere?
Sotto la presidenza di Carlo Azeglio Ciampi, lei in qualità di consigliere ha compiuto con il Capo dello Stato una sorta di lungo viaggio in tutte le province italiane. E’ un luogo comune o è vero che il Paese reale è migliore della classe politica?