28 maggio 2009
Cari ascoltatori il brano che ascoltate in sottofondo è “Onda Libera” ultimo lavoro dei Modena City Ramblers, una delle band più seguite della nostra regione. A Bologna hanno presentato il loro nuovo cd, “Onda Libera”, e noi, siamo andati a intervistarli.
I Modena City Ramblers sono nati nel 1991 con l’idea di coniugare l’Emilia e l’Irlanda sotto le insegne del “combat folk”, espressione da loro coniata (è anche il titolo del primo storico demotape del 1993) per indicare l’impegno civile e politico delle loro canzoni. Così, i racconti sulla Resistenza e gli anni Settanta, i viaggi e le lotte sulla rotta della libertà, si mescolano all’irish folk, recuperando le radici celtiche presenti nella musica e nella cultura emiliana.
Nel 1994 esce il primo album, Riportando tutto a casa. Dopo essersi costruiti grazie alle infuocate esibizioni live un solido consenso di pubblico, devono accettare l’abbandono, per divergenze artistiche e scelte personali, di due componenti storici della band, Giovanni Rubbiani e Alberto Cottica, sostituiti da Kaba Cavazzuti.
Nel frattempo, la canzone “Ebano” vince il premio “Amnesty – Voci per la libertà”, come esempio di brano impegnato nell’ambito dei diritti umani.
Nel novembre 2005 arriva l’abbandono del cantante Stefano Bellotti detto “Cisco”. Il gruppo decide allora, per il ruolo canoro, di tornare all’originale formazione con doppio vocalist. I nuovi elementi provengono dalla cerchia di amici e compagni di strada dei Ramblers: Davide Morandi e, prima presenza femminile stabile nel gruppo, la cantante e attrice Betty Vezzani.
Nel 2006 esce l’album Dopo il lungo inverno, e poco dopo muore in un incidente stradale Luca Giacometti, mandolinista e bouzoukista del gruppo.
“Onda Libera” che vi presentiamo oggi è l’undicesimo lavoro discografico del gruppo emiliano. Il disco alterna momenti di grande carica a dolci ballate, ritmi reggae e tzigani, valzer e sei ottavi tra Irlanda e meridione d’Italia, con sonorità che sono ormai classiche della musica dei MCR. Oggi i componenti sono Kaba Cavazzuti alla batteria, percussioni e chitarra; Franco D’Aniello al tin whistle, flauto, sax, tromba; Massimo “Ice” Ghiacci al basso e chitarra; Francesco “Fry” Moneti alla chitarra, violino, sax; Davide “Dudu” Morandi voce e chitarra; Betty Vezzani voce e chitarra; Roberto Zeno alla batteria, percussioni, cori e Leonardo Sgavetti alla fisarmonica e tastiere.
Cari ascoltatori di RadioEmiliaRomagna abbiamo qui con noi i Modena City Ramblers e in particolare Massimo “Ice” e Davide “Dudu”, Ciao Massimo, ciao Davide
La vostra musica viaggia tra l’Emilia e l’Irlanda, il Sudamerica e l’est europeo, il meridione d’Italia e la Giamaica. Da dove derivano queste influenze musicali, perché vi piacciono i luoghi o per il significato politico?
Ascoltiamoci ora il brano “Libera mente”
Le vostre canzoni come si sposano col paesaggio emiliano? Hanno molto in comune con le foto di Ghirri, gli scritti di Celati… E’ così?
Ascoltiamo ora il brano “Figli del vento”
Al popolo rom dedicate il brano “Figli del vento” che abbiamo appena ascoltato, ne parliamo?
Si è unito a noi Francesco “Fry” Moneti, ciao Francesco…
Ascoltiamo ora il brano “Prigioniero di chi?”
Come mai avete sentito il bisogno di ricordare in un brano la prigionia di Aldo Moro?
Ascoltiamo ora il brano “Il naufragio del Lusitalia”
“Il naufragio del Lusitania”, parlateci di questo brano?
Musicalmente, oggi essere liberi, cosa significa?
Tradizione e modernità si integrano perfettamente in questo vostro ultimo disco. E’ difficile trovare un equilibrio tra questi due modi di fare musica?
Lo scorso marzo scorso vi è stato consegnato i premio Arte e diritti umani da Amnesty International. Cosa significa per voi questo riconoscimento?
Salutiamo i Modena City Ramblers e in particolare Massimo, Davide e Francesco ascoltando il brano Ebano con il quale nel 2004 hanno vinto il premio “Amnesty – Italia per la musica”, come esempio di brano impegnato nell’ambito dei diritti umani