8 aprile 2009
Cari ascoltatori, la Pasqua è vicina e per questa ricorrenza vogliamo portarvi a scoprire Sarsina una bella cittadina dell’appennino forlivese e uno dei piatti più tipici del periodo: la pagnotta pasquale.
Città di origine antichissima, fondata da popolazione di origine umbra tra il VI e il IV secolo a.C. già nel III secolo a.C. Sarsina governava un grande stato al di qua e al di là del crinale appenninico che comprendeva alcune vallate romagnole e l’alto Tevere. Fu conquistata da Roma nel 266 a.C dopodiché diventò città federata e, quindi, Municipio. Sarsina vanta la bellissima e millenaria cattedrale e può vantare anche di aver dato i natali, nel 250 a.C. a Tito Maccio Plauto il più grande commediografo latino di cui restano 21 commedie oggi ancora recitate con successo.
Ma noi via abbiamo portato fino a Sarsina per scoprire la Pagnotta Pasquale a cui la cittadina dedica anche una sagra che si è conclusa da poco. E che vede ogni anno Trofeo della “MAGNA Pagnotta” – una pagnotta gigante da Guinness dei Primati preparata appositamente dai fornai locali che verrà data in premio a chi ne indovinerà esattamente il peso.
La Pagnotta pasquale di Sarsina è un dolce molto semplice preparato secondo una antica ricetta, con farina zucchero, strutto, uova, buccia grattugiata di limone, vaniglia, lievito e uva secca. Un tempo c’era l’usanza di mangiarla con l’uovo benedetto, la mattina di Pasqua e si proseguiva a gustarla anche nei giorni successivi. Oggi la pagnotta la producono anche i fornai ed è possibile trovarla in tutto il periodo dell’anno.
E vogliamo darvi la possibilità di farla, abbiamo tratto la ricetta tradizionale, pubblicata da Vittorio Tonelli nel suo libro “A tavola con il contadino romagnolo” pubblicato a Imola nel 1986:
gli ingredienti sono:
– due chili di farina di grano;
– uno di pasta lievitata;
– sette etti di zucchero;
– un etto mezzo di strutto (o margarina);
– dieci uova;
– buccia grattugiata di due o tre limoni;
– due bustine di vaniglia;
– un pugno di lievito di birra;
– un pizzico di sale e, volendo, dell’uva secca.
L’impasto, a forma di cupola, si lascia lievitare ore e ore, in attesa della cottura, che dovrà avvenire a fuoco lento, nel forno, sopra fogli di carta straccia. Prima, però, va “pennellato” con uova sbattute e superficialmente tagliato in alto perché abbia a “fioccare” bene.
A cottura ultimata (dopo un’ora circa), la pagnotta si presenta nella sua profumata mole marroncina, alta venti centimetri e con un diametro base di quaranta.
Un momento delicato e importante è quello della lievitazione, che necessita di un ambiente caldo a temperatura costante.
E con questo dolce pasquale vi lasciamo ai fornelli, magari a preparare la pagnotta per domenica come vuole la tradizione e a noi non resta che augurarvi buon appetito e naturalmente anche Buona Pasqua