3 novembre 2009
Chi non ha mai sentito parlare delle avventure di Bertoldo e Bertoldino? Il primo arguto un po’ villano, ma dotato di cervello fino e l’altro, il figlio, al contrario sempliciotto e poco intelligente? Se non li conoscete potrete approfittare per farlo visitando la mostra Le stagioni di un cantimbanco, aperta in questi giorni a Bologna e dedicata appunto al padre di questi personaggi: Giulio Cesare Croce.
Croce nacque a San Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna nel 1550 da una famiglia di fabbri ferrai e alternò il mestiere di fabbro a quello di cantastorie, girovagando per fiere e mercati, case patrizie e accompagnando le sue storie con una sorta di violino. Le sue storie sono animate da burle, casi strani e facezie, proverbi e racconti di feste popolari, ispirate alla vita concreta, alle chiacchiere raccolte in piazza, storie di vita concreta della gente della sua amata Bologna. L’eredità di Croce ammonta oggi a circa 450 opere, alcune ancora inedite, scritte in italiano e in dialetto, perlopiù stampate in piccoli opuscoli. Ci facciamo raccontare questa mostra dalla soprintendente regionale per i beni librari e documentari Rosaria Campioni.
Intervista a Rosaria Campioni
Visto che la soprintendete ci ha accennato al catalogo ne parliamo con una delle curatrici la dottoressa Zita Zanardi che ci racconta i contenuti di questo volume.
Intervista a Zita Zanardi
La mostra dedicata a Giulio Cesare Croce, si compone di circa 250 pezzi. Accanto ai testi manoscritti e a stampa troviamo anche opere grafiche di Giuseppe Maria Mitelli e Agostino Carracci, e quadri di artisti come Guercino, Mastelletta, Badalocchi, Tamburini, Bartolomeo Passerotti. L’esposizione rimarrà aperta all’Archiginnasio a Bologna fino al 30 gennaio.
Per info sito IBC: http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it/