22 settembre 2009
La Modena scomparsa, la città che non c’è più perché passata attraverso le modificazioni che hanno scompaginato il panorama urbano e sociale del nostro Paese, rivive nella collezione di Umberto Tonini, in mostra per il pubblico modenese dal 18 settembre al 17 ottobre presso Biblioteca civica d’arte Luigi Poletti. L’evento è una delle tre iniziative espositive, raccolte sotto il titolo collettivo “Ethos degli italiani”, dell’edizione 2009 del “Festival Filosofia” di Modena.
Umberto Tonini, morto a Modena nel 1957 all’età di 68 anni, non era un intellettuale, ma un uomo comune, di provincia, che coltivava una passione classificatoria, ancora debitrice del collezionismo di fine Ottocento.
Lasciamo però parlare Giuseppina Benassati, curatrice del volume della Soprintendenza per i Beni librari e documentari dell’IBC che accompagna la mostra fotografica. Il volume, dell’Editrice Compositori, s’intitola L’immagine di una comunità. La collezione di Umberto Tonini.
L’intervista
Dottoressa Benassati, qual è l’immagine di Modena che esce dalle fotografie esposte? Il tema centrale nella collezione Tonini sembra la vita di una comunità, la città vista attraverso le manifestazioni, le sfilate, i cortei, i messaggi verbali e visivi che vengono, ad esempio, dai manifesti elettorali. E’ così?
Tonini con la sua collezione di 30 mila documenti tra giornali, opuscoli, libri, riviste, manifesti, cartoline, fotografie, voleva conservare una testimonianza visiva della storia sociale, economica e politica, architettonica e urbanistica di Modena, negli anni dal Ventennio alla ricostruzione. Da tutto questo materiale, risulta un particolare rapporto tra uomo e città, a Modena? In altri termini, la Modena vissuta, letta, custodita e salvata da Tonini, in cosa si differenzia dalle altre città italiane di provincia?
Qual è, a suo parere, l’immagine più significativa dell’intera collezione Tonini? E, in conclusione, ci racconta anche com’è organizzata la mostra?
