15 novembre 2013
Tra le tante mostre presenti sul territorio regionale quella dedicata ad Arturo Martini (Treviso 1889 – Milano 1947), nelle due sedi di Bologna e Faenza, è senza dubbio l’evento da non perdere di questo autunno 2013. A colui che forse può essere considerato il più importante scultore del Novecento italiano si sono aperte a Bologna le splendide sale di Palazzo Fava, una delle sedi del percorso Genus Bononiae – Musei nella città.
Sotto il ciclo di affreschi realizzati dai giovani Annibale, Agostino e Ludovico Carracci trovano spazio alcune tra le sedici grandi statue in terracotta ad esemplare unico, realizzate dall’artista tra il 1928 e il 1932 e qui riunite per la prima volta. La visione è di quelle che difficilmente si dimenticano: ne esci esteticamente appagato e ti chiedi come è possibile che questa stagione della produzione di Martini sia stata finora poco conosciuta, come ci ricorda Nico Stringa, curatore della mostra. E’ il “periodo del canto” – così lo definì lo stesso artista – che coincide con il trasferimento a Vado Ligure e l’avvio della produzione di sculture in terracotta di grandi dimensioni, all’interno dello “studio-laboratorio” a lui riservato presso l’azienda “Ilva Refrattari”.
Suggestionato anche dalle terrecotte etrusche scoperte da poco, Martini realizza le sue “creature” che gli valgono prestigiosi riconoscimenti alla Prima Quadriennale di Roma (1931) e alla XVIII Biennale di Venezia del 1932. “Martini pensa in terracotta, come Fidia pensa in marmo”: lo scrive il critico Massimo Bontempelli nella monografia dedicata all’artista alla fine degli anni Trenta. Con esiti superbi. Basta ammirare “L’Aviatore” (1931-32), grande figura nuda maschile in bilico tra la terra e il cielo. E, ancora, la sconvolgente “Lupa”, eccezionalmente rientrata in Italia per l’occasione, insieme ad altre tre opere, dal Museo Middelheim di Anversa.
Altre sculture provengono da collezioni private (ad esempio “Attesa/la Veglia” del 1931-32) e da importanti musei italiani, tra cui la GAM di Roma, la Gam di Genova Nervi e quella di Torino. Va comunque riconosciuto il merito alla Fondazione Carisbo di aver investito sull’artista trevigiano in anni recenti attraverso l’acquisizione di capolavori come la “Madre folle” (1929), “Dedalo e Icaro” (1937), “La Carità” (1937), “L’abbraccio” (1937-40) e “Odalisca” (1930).
Per comprendere appieno il genio di Martini non può mancare la visita all’altra rassegna al Museo internazionale delle Ceramiche di Faenza, a cura di Claudia Casali. In “Arturo Martini. Armonie figure tra mito e realtà” è possibile ammirare una selezione di 50 opere scelte tra capolavori, inediti o raramente esposti. Si tratta di alcuni tra i pezzi più significativi del suo percorso artistico come le ceramiche Gregorj degli inizi, Gli amanti a cavallo, l’Odalisca, la Maternità e l’inedito Fiaba. Opere realizzate con diverse tecniche, maiolica, legno, bronzo, gesso, terracotta e che attraversano le tappe più significative della sua poetica, dagli esordi con la ceramica all’ultimo gesso del 1944. Due i temi principali: la figura femminile e un approfondimento sulla fase più sperimentale che caratterizzò il periodo finale della sua esistenza.
Tantissime le inizitive intorno alla mostra: Il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza propone ogni venerdì, alle 18, una visita guidata aperitivo con i vini offerti dalle cantine del territorio e ogni sabato e domenica una visita guidata a partire dalle 16. A Bologna la visita guidata è il sabato alle 17 e la domenica alle 11. Inoltre ogni martedì alle 18, presso l’Oratorio di San Colombano (via Parigi 5, a 30 metri dalla sede della mostra) si alternano dieci importanti nomi della storia dell’arte e della letteratura per raccontare al pubblico aspetti anche inediti del grande scultore.
Per chi invece volesse vedere entrambe le mostre ogni sabato e domenica è possibile farlo in un tour di una giornata, grazie al bus navetta A tutto Martini che vi accompagna nelle due tappe. C’è anche un concorso fotografico su Instagram, aperto fino al 12 gennaio 2014.
Per maggiori informazioni:
www.genusbononiae.it e www.micfaenza.org
In pratica:
Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta
fino al 12 gennaio 2014
Bologna, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni, via Manzoni 2
apertura: lunedì-giovedì ore 10-19, venerdì-domenica 10-21
Info: 051 19936305,
www.genusbononiae.it
Ingresso: intero 10 euro, ridotto 7, gruppi 5 euro
Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà
fino al 30 marzo 2014
Faenza, MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza), viale Baccarini 19
apertura: martedì-venerdì ore 10-13.30, sabato-domenica e festivi ore 10-17.30; lunedì chiuso
Info: 0546 697311,
www.micfaenza.org
Ingresso: intero 8 euro, ridotto 5 euro, gruppi 5 euro