Cari ascoltatori, oggi vi porto al Museo delle Cappuccine di Bagnacavallo dove ci accolgono le opere di uno dei più grandi artisti del XX secolo, Marc Chagall. Tutti conosciamo i suoi dipinti ma forse è meno nota la sua attività di incisore. Arte a cui si dedicò con passione e maestria. E fu di certo un grande amore. Pensate che lui stesso dichiarò: “Qualcosa mi sarebbe mancato se io non mi fossi occupato a un certo momento della mia vita di incisioni e litografie”.
Inizia un po’ per caso, su sollecitazione di mercanti ed editori. E fu l’editore francese Ambroise Vollard, uno dei più grandi mercanti d’arte di tutti i tempi, che lavorò con Cézanne, Picasso, Matisse e molti altri, a commissionare a Chagall, nel 1923, l’illustrazione del romanzo “le Anime morte” di Gogol. Chagall, di ritorno a Parigi dopo il biennio trascorso a Berlino, si tuffa nell’impresa. Annulla il colore per dedicarsi al segno grafico, e rigorosamente monocromo, dell’acquaforte. È suggestiva la testimonianza del poeta Yvan Goll, che andava spesso a trovare l’artista mentre lavorava alle acqueforti: “Si può andare da Chagall quando si vuole. Marc è seduto come un ciabattino e batte sulla lastra di rame: è un onesto artigiano di Dio. Sua moglie, che lo aiuta nell’arte come una suora aiuta il malato febbricitante, gli legge ad alta voce il capitolo cui si riferisce l’incisione. Ridono continuamente. Ida, la figlioletta di sette anni, lascia il pianoforte e corre ad ascoltare anche lei; e così, fra le risate di questa singolare famiglia, vengono reinventate quelle scene di fantasia, con tutto l’umorismo e la tragicità russi”.
E così, attraverso le avventure di Cìcikov, protagonista del romanzo, l’immaginazione di Chagall incontra la verve narrativa di Gogol’, restituendoci la degenerazione morale, le miserie e i paradossi della società russa del tempo, descritta da Gogol’ con ironia mista a rassegnazione. Per Chagall è un’occasione unica, non solo per svelare l’essenza del popolo russo, ma anche per tornare con la mente ai panorami della sua terra, con lirismo, sogno e nostalgia. Vollard fu talmente entusiasta del lavoro di Chagall che prima di pubblicarlo subito gli chiese di illustrare il più classico dei classici francesi, Le Favole di La Fontaine.
Sul finire del terzo decennio, l’inesauribile fame di libri d’arte accompagnati da opere grafiche originali, spinse Vollard a chiedere a Chagall di affrontare anche il libro per antonomasia. Nacque così, nel 1930, la titanica impresa della Bibbia. Ma fu tragica l’ironia della sorte: nel 1939 Vollard muore in un incidente stradale prima di pubblicare i volumi, che saranno stampati successivamente, dal 1948 in poi.
Qui a Bagnacavallo possiamo ammirare, fino al 4 dicembre, Le anime morte, composte da ben novantasei acqueforti, un capolavoro assoluto di toccante umanità, ricco di soluzioni formali nuove e originali. Alla serie appartengono infatti alcuni dei fogli più belli tra i numerosi incisi da Chagall nel corso della sua lunga vita. La mostra è curata da Diego Galizzi, direttore del Museo, e da Michele Tavola, tra i maggiori esperti italiani dell’attività grafica dell’artista. Tutte le informazioni sul sito www.museocivicobagnacavallo.it
Un saluto da Carlo Tovoli!