Sono ancora oggi i nomi più famosi dell’arte giapponese in Occidente, anche se operarono nell’Ottocento, a circa venti anni di distanza uno dall’altro, segnando per sempre lo stile di quella che è universalmente nota come l’arte del mondo fluttuante, ovvero l’ukiyoe. Si tratta di Hokusai e Hiroshige, fino al 3 marzo 2019 in mostra al Museo Archeologico di Bologna. Un’esposizione da non perdere per gli appassionati e per tutti coloro che sono affascinati dal Giappone e dalla sua cultura, o che vogliono scoprire le origini di quei “manga” che hanno invaso anche in Italia il mondo del fumetto.
Abbiamo incontrato Rossella Menegazzo, curatrice della mostra e sono le sue parole a introdurci nel percorso espositivo
Intervento di Rossella Menegazzo
L’allestimento elegante e curatissimo, realizzato da Cesare Mari, mette a confronto, in una sala dedicata, le due opere più famose della mostra: la celeberrima “grande onda presso la costa di Kanagawa”di Hokusai del 1830, simbolo universale oramai dell’arte giapponese e parte della serie delle “Trentasei vedute del Monte Fuji” con le quali l’artista si affermò come grande maestro, e “il mare di Satta nella provincia di Suroga”, realizzata nel 1858 da Hiroshige, che propone la sua versione delle “Trentasei vedute del Monte Fuji”, citando un soggetto ormai classico, ma con tante novità stilistiche. Le abbiamo messe a confronto parlandone con la curatrice
Intervento di Rossella Menegazzo
Tra le opere in mostra anche le “Cinquantatré stazioni di posta del Tokaido” che diedero la fama ad Hiroshige, abilissimo nell’illustrare la “via sul mare orientale”- questo significa Tokaido –, ovvero quella che collegava la capitale imperiale di Kyoto alla capitale politico amministrativa Edo (l’odierna Tokio). Se comunque volete approfondire non vi resta che visitare il sito www.oltrelonda.it
Un saluto da Carlo Tovoli!