Cari ascoltatori, oggi vi porto al padiglione delle Feste di Castrocaro, un ricco esempio di Art Déco che di per sé vale la pena scoprire. Ancor di più se nelle sue sale ospita una mostra in cui il Novecento si confronta con uno dei giganti dell’arte italiana, Piero della Francesca.
Abbiamo già ricordato la grande mostra forlivese, ai Musei San Domenico, dedicata all’influenza di Piero dal Quattrocento ad oggi. A Castrocaro si conclude idealmente questo viaggio nella storia dell’arte italiana con i disegni e le pitture dei grandi protagonisti della cultura figurativa italiana del XX secolo.
E’ un’impronta indelebile quella lasciata dall’universo pierfrancescano, sottile ed intrigante, che ha nutrito le poetiche dei grandi artisti esposti, quali Borra, Carrà, Casorati, Crivelli, De Chirico, De Pisis, Funi, Garbari, Guidi, Morandi, Morelli, Rosai, Savinio, Severini e Sironi.
L’influenza di Piero della Francesca sull’arte italiana degli anni Venti e Trenta passò attraverso il filtro critico di Roberto Longhi, che nel 1927 dedicò una importante monografia al maestro aretino.
Il percorso espositivo si apre con l’opera Composizioni, di Pompeo Borra, che arrivò a scrivere un libro su Piero della Francesca, sua stella polare.
L’esposizione prosegue con Giorgio De Chirico, il grande metafisico con nostalgia di classicità; con Gino Severini, avanguardista “pentito”; e poi ancora con Giorgio Morandi, del quale abbiamo un disegno del 1934, una Natura Morta di ispirazione algidamente pierfrancescana. La Ragazza col mandolino (1923) di Felice Casorati ci introduce nelle atmosfere del Realismo magico, che trovò in Piero l’enigma di una pittura capace di congelare la realtà.
In esposizione anche alcuni paesaggi di Ottone Rosai e le atmosfere straniate di Virgilio Guidi dipinte con un colore soffuso che si stempera nella luce. Un’evidente matrice futurista ed un fantastico equilibrio di ritmi spicca poi nell’opera Il cavallo, disegno a carboncino del 1914 di Mario Sironi.
Si può parlare di una poesia malinconica e di uno spazio compositivo terribilmente ordinato per l’originale figura del meno noto Tullio Garbari, così come per i disegni del toscano d’adozione Renzo Crivelli. Infine, un’indagine comparativa del tessuto artistico locale porta in mostra opere e disegni di Enzo Morelli, pittore colto, nato a Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, e cresciuto traMilano e l’Umbria, il quale si è costruito cercando e ammirando la natura con gli occhi di Piero.
La mostra, curata da Paola Babini, è promossa da Beatrice Sansavini, responsabile delle attività culturali del Padiglione delle Feste. Fino al 17 luglio
Tutte le informazioni anche sul sito www.ibc.regione.emilia-romagna.it.
Un saluto da Carlo Tovoli!