Pare di udire l’attacco di Johnny Rotten in “god save the queen”, secondo singolo dei Sex Pistols e colonna sonora del 1977, entrando a palazzo Santa Margherita, sede dell’omaggio a Jamie Reid, artista britannico legato al Situazionismo e ai movimenti anarchici, che fu tra l’altro il responsabile della grafica del gruppo, per il quale dette vita ad immagini radicalmente rivoluzionarie, divenute simbolo della prima ondata del punk inglese.
Il lavoro di Reid, classe 1947, sovverte ogni gerarchia e ogni regola e spesso si esprime attraverso il ribaltamento dei piani, lo sberleffo sistematico, la smitizzazione. La regina d’Inghilterra con le svastiche sugli occhi, la Union Jack con le spille da balia e la scritta “Anarchy in the U.K.” sono tra le più celebri icone di un periodo che vide la convivenza di profonde e radicali istanze di rinnovamento sociale con la “più grande truffa del Rock and Roll”.
Disegni, dipinti, collage, fotografie per raccontare i migliori esiti del talento di un artista da sempre contrario al potere costituito, che ha aperto nuove strade nel mondo dell’immagine e della comunicazione.
Entriamo nela sala grande di Palazzo Santa Margherita dove troviamo la grande installazione che dà anche il titolo alla mostra (“Ragged Kingdom”) composta da alcuni tepee indiani – figure di accoglienza, rifugio, protezione, dunque di pace e dialogo – dipinti dall’artista, all’interno dei quali ciascun visitatore trova una pila di fogli stampati con cui costruirsi il proprio personale “catalogo” della mostra.
Al piano superiore invece circa sessanta disegni, dipinti, collage, grafiche, progetti, fotografie che raccontano in sintesi la carriera artistica di Reid a partire dagli esordi, durante i quali elabora lo stile e alcune immagini – si pensi agli autobus con destinazione “Nowhere” – che confluiranno poi nell’iconografia punk, per soffermarsi più approfonditamente sul periodo strettamente connesso con i Sex Pistols. Di questa intensa attività, durata dal 1976 al 1980, sono presenti in mostra una trentina di lavori, compreso un collage di quasi 8 metridi lunghezza, che ne rappresenta una vera e propria summa.
Non manca una selezionata scelta di opere più recenti, nelle quali alle tematiche anarchiche e situazioniste si affiancano motivi legati a un universo magico e sciamanico molto caro all’artista espresso attraverso simboli cosmologici, druidici, esoterici. Ricordiamo anche le sue recentissime creazioni per Free Pussy Riot e gli Occupy movements.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Isis Gallery di Brighton con la partecipazione di ONO arte contemporanea, è visitabile fino al 6 gennaio 2015 con ingresso gratuito. E ricordiamo il motto: “Punk is not dead!”
Un saluto dal vostro Carlo Tovoli
Jamie Reid. Ragged Kingdom
Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena
12 settembre 2014 – 6 gennaio 2015
orari mercoledì-venerdì 10.30-13.00 e 15.00-18.00;
sabato, domenica e festivi 10.30-19.00. Lunedì e martedì chiuso.
Ingresso gratuito