Quanti e quali sono i luoghi della cultura che a Bologna si snodano su via Zamboni? Un vero e proprio percorso di bellezza; un inestimabile patrimonio architettonico e storico-artistico, in parte aperto al pubblico, ma spesso celato, in sale non accessibili, oppure parte di strutture alle quali si accede un po’ distrattamente per abitudine, non accorgendoci che veri capolavori ci osservano da soffiti e pareti.
Certamente via Zamboni è nell’immaginario collettivo la via dell’Università, degli studenti, con le luci e con le ombre che una presenza assai variegata di giovani e di eventi connessi alla loro realtà comporta. E proprio questa gioventù è importante ancorare ai luoghi che la strada, crogiolo delle arti, via delle muse è stata definita, propone. Qui si intrecciano percorsi della storia, della politica della cultura figurativa e architettonica in un arco cronologico che va dal ‘200 fino al XX secolo: gli Agostiniani, i Bentivoglio, i palazzi senatori, l’università, la Pinacoteca, il Conservatorio, il Teatro Comunale, la penultima cerchia di mura.
Un itinerario che abbraccia sette secoli, partendo dalle due torri e arrivando a porta San Donato, nemmeno un chilometro, e che ora trova tra straordinarie immagini e brevi narrazione, la forma di una guida, una sorta di preziosa moleskine, un quaderno di appunti realizzato dall’artista, noto fumettista e illustratore, Giuseppe Palumbo dal titolo, “Bologna. Via Zamboni” (Damiani , 2016).
Muovendo da un’idea del professor Angelo Varni, presidente dell’Istituto per i beni culturali, e realizzata grazie al sostegno di UniCredit, Palumbo ha realizzato un taccuino attraverso il quale riscoprire la strada, prenderne visione grazie alle bellissime illustrazioni che rimandano ai luoghi, ne sottolineano particolari meno noti. Un oggetto prezioso per una realtà che è uno scrigno di gioielli.
La pubblicazione è il primo passo, non solo figurato, di una iniziativa “La via Zamboni una strada, un libro, tante storie”, promossa dal Comune di Bologna e realizzata grazie alla collaborazione di tutte le realtà coinvolte tra cui, l’Università , il Teatro Comunale, l’Accademia di Belle Arti, nell’intento comune di promuovere e rendere maggiormente accessibile a tutti gli interessati questo prezioso insieme cittadino.
Ha dato l’avvio la presentazione del libro di Palumbo che si è svolta nella Sala Carracci di Palazzo Magnani, sede di UniCredit, e vi ha fatto seguito nel fine settimana, l’apertura straordinaria di palazzi, musei e luoghi d’arte e di cultura con percorsi tematici mirati ed eventi – concerti, visite guidate e la possibilità di assistere alle prove delle scuole di musica del Conservatorio, che si sono svolte in occasione del fine settimana, in relazione alle iniziative del FAI.
Ma questo percorso verrà riproposto con sistematicità proprio coinvolgendo e rendendo parte attiva gli studenti dell’Università e dell’Accademia. Il bel taccuino creato da Palumbo potrebbe divenire, per ciascuno di noi, un’inseparabile guida su cui annotare impressioni e d emozioni legate a ciò che si scoprirà o si guarderà con nuovi occhi.
Vi lascio un elenco dei luoghi coinvolti in questo itinerario, che presto si riproporrà: Palazzo Magnani, Palazzo Malvezzi de’ Medici, il Conservatorio Musicale Giovanni Battista Martini, San Giacomo Maggiore e l’Oratorio di Santa Cecilia, il Teatro Comunale, la Biblioteca Universitaria, diverse sedi del Sistema Museale d’Ateneo, l’Accademia di Belle Arti di Bologna e la Pinacoteca Nazionale.
Al professor Angelo Varni abbiamo chiesto di raccontarci come è nata in lui l’idea di questo percorso di carta, di colori, destinato a far crescere un impegno comune per via Zamboni.
Un saluto da Valeria Cicala