Questa volta in rapporto al tema del’Expo, piuttosto che parlare solo di cibi, di nutrizione, di stile di vita collegato a ciò che si mangia – dieta a zona o dieta mediterranea questo è il problema! -, portiamo l’attenzione anche sulla tavola e sulle sue suppellettili.
Ma non ci soffermiamo sull’apparecchiatura odierna, spesso mortificate dalla fretta per cui plastica e carta, seppure con scelte multicolore e divertenti, ne costituiscono i materiali portanti che sostituiscono cristallerie e porcellane, bensì vi proponiamo un evento al Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria”di Marzabotto, a due passi da Bologna, dove dallo scorso 17 maggio e fino al 10 gennaio 2016, potrete visitare la mostra “A tavola con gli Etruschi di Marzabotto” nella quale un bel percorso esibisce uno spaccato importante nella vita e nella concezione religiosa dei nostri illustri antenati: dal prezioso vasellame d’importazione greca usato nei simposi alle stoviglie d’ogni giorno, dalle risorse alimentari alla lavorazione delle materie prime, si compone racconto su usi, costumi e rituali degli abitanti di Marzabotto di 2500 anni fa.
La mostra sfata alcuni luoghi comuni sul rapporto che gli etruschi avevano con il cibo e con il vino, ridimensionando la fama di edonisti che gli si attribuisce e rivalutando il portato religioso che loro davano al banchetto, si pensi ai significati di quello funerario, ma anche alla rilevanza che il convivio aveva come momento di scambio intellettuale, non solo come momento di piacere e di ebbrezza.
Testimonial dell’esposizione è un bellissimo bronzetto che raffigura Fufluns, divinità etrusca degli alberi e della fecondità, signore del vino e del delirio mistico. Il suo regno è il simposio; la sua icona, una coppa da vino (kantharos). La divinità sarà Dionysos per i Greci, Bacco per i Romani, il più gaudente degli Dei, che testimonia quanto da sempre il cibo, al di là della sua funzione nutritiva, abbia espresso altri valori, simbolici e sociali.
Tutto muove dal rapporto con la terra: apprendiamo, visitando l’esposizione, che a Marzabotto si coltivavano orzo, farro e grano in quantità, si producevano fichi e legumi, si allevavano maiali e ovini, si cacciavano cervi e selvaggina, si importavano olio e vino.
Sulle tavole dei ricchi regnava l’abbondanza. I cuochi preparavano carne arrostita o bollita condita con salse a base di cereali, verdure e spezie. La carne, cibo di lusso il cui consumo era legato e precisi rituali, si mangiava con focacce, uova e verdure e il pasto era chiuso da frutta e dolciumi. Il vino era miscelato con acqua e insaporito con spezie, miele o formaggio grattugiato.
Il tutto servito in raffinato vasellame da mensa; piatti, vassoi e stoviglie addobbavano la tavola, il vino era attinto da grandi crateri e versato nei calici e nelle tazze dei singoli commensali.
Accanto ai vasi etruschi, la mostra concentra l’attenzione sui preziosi vasi attici decorati e sui servizi in bronzo poi deposti nelle tombe per consentire al defunto di banchettare nella sua nuova vita nell’aldilà. Vengono dalle necropoli di Kainua le ceramiche attiche e a vernice nera di VI-IV sec. a. C. tra cui spiccano crateri, kylikes (coppe) e uno straordinario kantharos bifronte con teste di menade e satiro.
La mostra è inserita nel progetto Semi che l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna dedica ai temi di Expo Milano 2015, mettendo in rete più di 100 musei e luoghi d’arte per dare vita a un racconto collettivo fatto di itinerari ed eventi speciali distribuiti su tutto il territorio regionale.
Vi abbiamo raccontato molto, andate a godervi questa esposizione per scoprire , una volta di più, quanto di noi c’è in quello straordinario passato e come a tavola non si invecchi!
Un saluto da Valeria Cicala