La Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna dedica in questi giorni una mostra all’artista Alessandro Cervellati nel quarantesimo della morte, avvenuta a Bologna nel 1974. Cervellati, nato a Bertinoro, in provincia di Bologna, nel 1892, ha svolto una multiforme attività di pittore, illustratore, storico del circo e dello spettacolo, scrittore di note di costume e ‘cose bolognesi’ sui periodici locali. Il suo fondo, cioè le sue carte, conservato nelle raccolte della Biblioteca dell’Archiginnasio, consente di far luce sul ‘laboratorio’ dell’artista e dello studioso: si tratta di svariati materiali di lavoro, come volumi a stampa, ritagli di periodici, fotografie, disegni, schizzi e appunti, utilizzati e ‘ricreati’ dall’artista bolognese per dare origine a opere grafiche e pubblicazioni tuttora di grande interesse e originalità.
A Bologna, dove la sua famiglia si era trasferita qualche mese dopo la sua nascita, Alessandro Cervellati si era iscritto nel 1913 all’Istituto di Belle Arti, ma due anni dopo si arruolò nei bersaglieri per partecipare come volontario alla prima guerra mondiale. Finito il servizio militare, riprese gli studi all’Istituto di Belle Arti diplomandosi nel 1919. In quello stesso anno fondò, insieme ad alcuni amici, il foglio futurista La ghebia, deflagratore della maschilità artistica, del quale uscirono solo due numeri. Cervellati si firmava con lo pseudonimo di Sandrino Ciurvelia e scriveva articoli satirici realizzando illustrazioni a xilografia. Partì poi per Parigi con Severo Pozzati rimanendovi un anno e lavorando come pubblicitario. Tornato a Bologna, ottenne l’abilitazione all’insegnamento del disegno nelle scuole medie.
Nel 1924 inizia la collaborazione con il “Carlino Sera” come illustratore e caricaturista; pubblica schizzi e disegni anche su altri periodici bolognesi e partecipa a numerose esposizioni d’arte, dove si fa conoscere per l’amore per ogni forma di spettacolo. Nel 1933ottiene l’incarico di insegnante di disegno e calligrafia presso l’Istituto Tecnico Industriale Aldini Valeriani di Bologna; ma non riesce a sistemarsi in ruolo nell’insegnamento non essendo iscritto al partito fascista. Nel 1934 è invitato alla Biennale di Venezia, dove espone disegni sul mondo dello spettacolo e il circo, che diventano sempre più la sua passione. Partecipa ad altre esposizioni, anche all’estero, nel 1935, anno in cui pubblica il volume 60 disegni di Alessandro Cervellati con una prefazione di Nino Bertocchi che costituisce la prima riflessione approfondita sulla sua personalità artistica.
Partecipa alla Biennale di Venezia del 1936, sempre esponendo disegni raffiguranti scene e personaggi dello spettacolo di varietà e del circo, temi riproposti nel 1939 alla Terza Quadriennale. Nel frattempo continua le collaborazioni con la rivista «Il Comune di Bologna», fino al 1953, e con «Il Resto del Carlino». Dal 1940 inizia a scrivere per «Il Resto del Carlino» articoli sul costume bolognese, che accompagna con proprie illustrazioni. Nel 1945 Cervellati pubblica due volumi, Le maschere e la loro storia e Music-hall illustrati con sue tavole. Inizia così la sua attività di scrittore che diverrà sempre più intensa dopo la morte nel 1946 della moglie Tanina. In quell’anno inizia la collaborazione con il periodico «Il Progresso d’Italia», che continuerà fino al 1951, e pubblica il volume Storia del clown. Nel 1950 partecipa alla XXV Biennale di Venezia ed entra a far parte, dell’Union des historiens du Cirque promossa dal francese Tristan Remy, per la quale scriverà saggi e articoli.
Nel 1951 avvia la collaborazione con il quotidiano “Avanti!”, con disegni e scritti di costume, pur tenendo in vita il rapporto con il “Carlino”. L’anno successivo pubblica il terzo volume di Bologna al microscopio, dedicato al problema della prostituzione e intitolato Bassa galanteria bolognese.
Nel frattempo inizia la collaborazione con l’Enciclopedia dello spettacolo diretta da Silvio D’Amico per la Sansoni di Firenze, curando le voci relative al circo, al teatro dei burattini e al cinema. Tra il 1957 e il 1960 si dedica alla raccolta di memorie e curiosità su Bologna e sull’ambiente dello spettacolo. In quegli anni illustra testi di studiosi bolognesi.
Nel 1962 Cervellati fonda a Bologna il sodalizio Il circo delle arti assieme agli amici Athos Vianelli, Gino Marzocchi, Ugo Guidi e Alberto Menarini. Con quest’ultimo cura la mostra Il circo e il music-hall allestita presso il Museo Civico di Bologna dove espone una parte della sua raccolta storico-documentaria sul mondo dello spettacolo (volumi, manifesti, fotografie, programmi ed opuscoli) e settanta suoi disegni a penna acquerellata dedicati al circo. Nel marzo 1963, sempre con Alberto Menarini, organizza la rassegna Il burattino a Bologna, comprendente una mostra e una serie di spettacoli. Collabora poi con il Museo Teatrale della Scala di Milano alla realizzazione di due mostre, una sui burattini e le marionette nel 1967 e l’altra sul circo nel ’68.
Risale al 1973 il suo ultimo lavoro, il volume Bologna futurista, dove Cervellati condensa ricordi, polemiche ed interpretazioni personali sul movimento futurista nella sua declinazione bolognese. Muore a Bologna il 29 dicembre 1974.