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29 Settembre 2012 | Archivio / Le vie dei sapori

Alla scoperta della Strada dei vini e dei sapori dei colli d’Imola

Lungo gli itinerari dei vini e dei sapori dell’Emilia Romagna

A cura di Marina Leonardi. Lettura di Mascia Foschi

29 settembre 2012 

Cari ascoltatori abbiamo ripreso a percorrere le Strade dei vini e dei sapori dell’Emilia-Romagna, la bella iniziativa nata nel 1999, a seguito di un progetto speciale degli Assessorati regionali all’Agricoltura e al Turismo e che, a oggi, luglio 2012, conta ben quindici Strade: 2 sul territorio piacentino, 3 in quello parmense, 2 nel reggiano, 2 nel modenese, 2 nel bolognese e poi una strada ciascuna per le rimanenti province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Questi itinerari unici che intrecciano arte, natura e gastronomia, costituiti nei principali territori vitivinicoli e ad alta valenza gastronomica della regione, sono perfettamente descritti e trattati nel sito www.strade.emilia-romagna.it.

In questa nuova ricognizione, siamo partiti dalla provincia più settentrionale della nostra regione, da Piacenza per poi scendere, mese dopo mese fino il mare Adriatico. Qualche mese fa siamo entrati nella provincia di Parma percorrendone la Strada del Culatello di Zibello, poi siamo saliti in collina ad incontrare la Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma e ancora più su in Appennino a scoprire la Strada del Fungo Porcino di Borgotaro. Poi ci siamo spostati nella provincia di Reggio Emilia per parlarvi della Strada dei Vini e dei Sapori Colline di Scandiano e Canossa e della Strada dei vini e dei sapori delle Corti Reggiane. Siamo entrati nella provincia modenese, una provincia ricca di tradizioni enogastronomiche e abbiamo attraversato prima, la Strada “Città Castelli Ciliegi” e poi la Strada dei vini e dei sapori della pianura modenese. Siamo risaliti in territorio bolognese ad incontrare il territorio della Strada dei Vini e Sapori dell’Appennino Bolognese e ora ci spingiamo verso est a incrociare le Strada dei vini e dei sapori dei colli d’Imola e il suo ricco paniere eno-gastronomico che comprende vini e frutta, salumi, carni e formaggi, ortaggi, pane e dolci.

Il tracciato di questa Strada parte da Ozzano Emilia, a pochi chilometri da Bologna. Sede di un castello oggi scomparso, Ozzano fu sentinella bizantina verso i confinanti territori longobardi. Anche se nessun rudere appare in superficie, il territorio cela i resti della città etrusca di Claterna, da cui partiva un’antica strada romana, la Flaminia minor. Da qui si piega verso sud e salendo verso le prime colline si attraversa il settore orientale del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi , dove le argille cedono il posto ad un paesaggio di tipo carsico. Si sale fino alla frazione di Settefonti per poi tornare sulla Via Emilia.

Dalla località di S. Nicolò si risale attraverso la piccola valle del torrente Quaderna, alla scoperta del grazioso borgo panoramico di Varignana. Fiorente centro del XII secolo, oggi conserva la rocca, una bella torre e la chiesa romanica di S. Maria e S. Lorenzo, con una bellissima cripta del IX secolo. Si continua a salire attraverso l’abitato di Burzano, fino ad arrivare a Monte Calderaro, luogo panoramico con splendida vista sul paesaggio. Da qui di nuovo verso la pianura, passando da Vedriano e Liano, e si percorre la Via Emilia per un breve tratto fino a raggiungere il capoluogo di Castel San Pietro Terme, città di frontiera che conserva l’impianto originario a vie ortogonali porticate. Anticamente munita di due rocche, oggi rimangono tratti delle mura e il cassero, dominato dalla torre dell’Orologio, simbolo della città.

Da vedere anche le chiese del SS. Crocefisso, il cui campanile vanta un originale carillon di 55 campane, e la parrocchiale di S. Maria Maggiore. A poca distanza dal centro, l’attrezzato stabilimento termale . Qui la gastronomia ha i suoi prodotti forti nei formaggi tipici, come squacquerone e Castel San Pietro, e nelle carni di castrato. Da non dimenticare il miele – la città è sede dell’Osservatorio nazionale sul prodotto – ottenuto sulle colline assieme ai primi vini romagnoli.

Da Castel San Pietro la Strada propone una variante a sud, lungo la “lunare” valle del Sillaro, il confine storico fra Emilia e Romagna. Spoglia e ricca d’argilla, questa valle mostra, risalendola, spettacolari calanchi e nere rocce ofiolitiche. La variante la percorre per un lungo tratto, fino a risalire a Sassoleone, sullo spartiacque con la val Santerno, dove si raccorda con il percorso principale. Quest’ultimo, da Castel San Pietro attraversa la via Emilia e s’inoltra fra le campagne dell’alta pianura verso Medicina, patria della coltivazione della cipolla. Centro di antiche origini villanoviane, Medicina è conosciuta come “piccola capitale del Barocco” con ricchi monumenti e chiese del XVII-XVIII secolo.

Sul territorio, il radiotelescopio “Croce del nord”, il più importante complesso radioastronomico italiano, e l’oasi del Quadrone, si tratta di una zona umida con specchi d’acqua, bosco igrofilo, che si trova nel territorio di medicina. Qui è possibile osservare varie specie animali, come il tarabuso, l’airone, la folaga, il germano reale, il martin pescatore, la testuggine palustre.

Da Medicina verso sud-est, il passo è breve per raggiungere Castel Guelfo, riconoscibile dai quattro torrioni che circondano il paese insieme a parti delle antiche mura. Da vedere Palazzo Malvezzi, con imponente facciata e splendida corte interna. Percorsi alcuni chilometri verso est, attraversato il fiume Sillaro, la Strada devia a sud per Sasso Morelli e prosegue fino a raggiungere nuovamente la Via Emilia. Da qui si entra a Imola, capoluogo del comprensorio. Famosa per il suo autodromo, è una vivace città con un bel centro storico, ricca di monumenti, fra cui spiccano l’imponente Rocca sforzesca e il settecentesco palazzo Tozzoni. 

Da vedere anche gli altri notevoli palazzi cittadini e le pregevoli chiese. Da visitare il palazzo dei Musei, con la ricca biblioteca, il Museo civico Scarabelli e la vicina Pinacoteca comunale . Imola, pur amministrativamente emiliana, si sente profondamente romagnola per carattere e per tradizione e anche la cucina – dalla piadina al castrato – non fa eccezione. 

Appena fuori città, in direzione di Monte Catone, da segnalare la Riserva naturale del Bosco della Frattona. A questo punto la Strada propone una digressione verso sud-est, lungo il percorso collinare dei “Tre monti”. Un itinerario circolare inserito in un paesaggio di grande godibilità, fra estesi coltivi e vigneti da cui provengono i migliori vini Doc imolesi. Ritornati nel capoluogo passando dall’autodromo “Enzo e Dino Ferrari”, s’imbocca la statale 610 che risale la valle del Santerno. Vi è la possibilità di raccordarsi alla strada di fondovalle anche percorrendo, magari in bicicletta, una stradina di campagna detta “via dei mulini” o, ancora, di risalire la valle sulla destra orografica del fiume, passando dall’abitato di Codrignano, raggiungendo poi la statale Montanara. 

Usciti da Imola, Casalfiumanese è il primo comune che s’incrocia sulla valle coperta di coltivazioni di albicocche. Vicino al paese, la bella chiesa romanica di Riviera, l’edificio di culto più antico della valle. Proseguendo, si giunge a Borgo Tossignano, immerso tra frutteti e vigneti. Borgo, al fondo della vallata, lega la sua storia a quella della più antica Tossignano , raggiungibile a sinistra della statale, dopo pochi chilometri di strada in salita. Il suo castello fu un fortilizio importante e oggi, dopo le devastazioni del tempo e della Seconda guerra mondiale, ne restano poche vestigia. Interessanti gli interni della chiesa di S. Girolamo e il Museo della cultura materiale.

Una passeggiata sopra Tossignano permette di godere di un bel panorama sulla vallata e di compiere escursioni lungo gli spettacolari affioramenti della Vena del Gesso. E’ una suggestiva e particolare muraglia dall’aspetto quasi lunare ricca di grotte e cunicoli. La catena di gesso salenitico lunga una quindicina di chilometri, nettamente emersa nella vallata del Santerno offre paesaggi mozzafiato per gli escursionisti. A Borgo Tossignano c’è il centro visita “I gessi e il fiume” che conserva esemplari di gessi e calcari nonché una raccolta di antichi utensili. Annesso al centro vi è inoltre un ostello da 20 posti. L’attività del centro riguarda anche lavalorizzazione del fiume Santerno, amato dagli appassionati di trekking, natura e mountain bike .

Nella stessa zona, gli ultimi esemplari della tondina di Tossignano, gustosa drupacea della tradizione locale. Ancora risalendo la vallata del Santerno, si tocca Fontanelice. Del suo passato di borgo fortificato conserva tracce di mura e la torre dell’Orologio. In piazza Roma, il museo Giuseppe Mengoni, contenente ricordi e cimeli dell’architetto che qui ebbe i natali. Nel territorio si producono ottimi vini, si mangia una gustosa pie’ fritta e, a cadenza biennale, si svolge un’importante mostra bovina, con protagonista la razza bianca romagnola.

Salendo ancora lungo la valle, la Strada propone Castel del Rio, comune a ridosso del confine toscano. Secolare possedimento della famiglia Alidosi, conserva di quel periodo l’imponente castello Alidosi, sede del comune, del Museo della guerra e del Museo del castagno, e il bellissimo ponte Alidosi, capolavoro ingegneristico “a schiena d’asino” sul corso del Santerno. Nonostante il capoluogo sia relativamente basso, il suo territorio porta ben oltre i 900 metri di altitudine. E’ qui che la Strada sale e valica il crinale con la valle del Sillaro, ed è qui che si possono vedere gli estesi castagneti in cui si raccolgono i famosi e saporiti marroni tipici.

Da Sassoleone il percorso dirige verso nord-est per cambiare vallata e, passando tra verdi pascoli, si entra nei panorami della val Sellustra. Si ritorna sulle prime colline e, dopo una visita al vicino e suggestivo borgo medievale di Pieve Sant’Andrea, ci si avvia a concludere il viaggio a Dozza, centro medievale di grande bellezza immerso fra le colline vitate dell’Albana.

Nel fortificato palazzo Malvezzi-Campeggi, ha sede l’ Enoteca regionale dell’Emilia-Romagna la collezione Mascellani e la Pinacoteca del Muro dipinto, collegata alla biennale a cui partecipano artisti di fama internazionale. Qui, fra una passeggiata sulla piazzetta del borgo, un colpo d’occhio sulle colline coperte di vigneti e, naturalmente, le degustazioni dei vini all’Enoteca, si conclude degnamente il percorso di questa Strada. Con una doppia possibilità per il ritorno sulla via Emilia: a sinistra verso Castel San Pietro, fra colline e vigneti, oppure a destra verso Imola. 

Brano corrente

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