Nozze d’argento per AngelicA, uno tra i più importanti festival di ricerca musicale europei che anche questo maggio abita il Teatro San Leonardo, in via san Vitale a Bologna, a due passi dalle due Torri. Dal 1991 sono passati dal festival nomi come John Zorn, La Monte Young, Stockhausen, Archie Shepp, ma anche il Coro delle Mondine di Correggio, in una esplorazione che ha messo insieme piacere dell’ascolto e sperimentazione.
La venticinquesima edizione ha inaugurato con il primo di 24 concerti, il 2 maggio con due partiture grafiche e due video del Leone d’Oro della Biennale d’Arte, Christian Marclay, uno dei più importanti artisti contemporanei viventi, pioniere del giradischi-come-strumento. È stata l’apertura di un “programma scomposto”, secondo la definizione del suo direttore artistico Massimo Simonini, che va oltre le distinzioni in generi ed è in continua mutazione. Anche quest’anno, come sempre con il sostegno dell’assessorato alla Cultura della Regione tra altri, ci saranno progetti commissionati dal festival e anche grandi omaggi a musicisti che nel passato hanno contribuito alla sua storia. Come ad esempio la tre giorni, dal 14 al 16 maggio, dedicata a Karlheinz Stockhausen.
Alcuni degli artisti ospiti, questa la vera novità di questa edizione, saranno anche “curatori” di parti del Festival come ci racconta Massimo Simonini, che ci guida nell’intervista che segue anche nel caleidoscopico programma dei prossimi giorni e nel futuro del Centro di Ricerca Musicale del Teatro San Leonardo, centro che a partire dal prossimo anno avrà una sua stagione di spettacoli annuale fortemente legata al territorio ma sempre coerente allo spirito di ricerca musicale internazionale di Angelica.
Intervista a Massimo Simonini