Qualcuno l’ha soprannominata “regina delle rose”, per via della sua grande passione per questo fiore, ma non è il rosa sentimentale il colore che le ha portato fortuna. Piuttosto il blu romantico, quella particolare sfumatura di blu scuro che ha il mare e che hanno anche i panni dei marinai. La storia che vi raccontiamo oggi, care amiche e cari amici di RadioEmiliaRomagna, ci porta a Carpi e ci fa conoscere Anna Molinari, una delle più note creatrici di moda italiane.
Nella città della pianura modenese il rapporto tra donne e lavoro ha radici profonde. Che intrecciassero il truciolo di legno per farne cappelli, o che si immergessero per ore e ore nelle acque delle risaie piemontesi, le mani femminili hanno partecipato attivamente allo sviluppo dell’economia locale. Uno sviluppo che, nell’ultimo dopoguerra, ha virato sempre più decisamente sul tessile e anche in questo settore l’attività delle donne è stata protagonista. Sono loro a lavorare nelle prime maglierie artigianali e sono sempre loro a portare in giro, di negozio in negozio, i campioni da mettere in produzione.
A metà degli anni Sessanta, a Carpi, Guido Molinari e sua moglie Odette Gualdi gestiscono un maglificio che lavora a pieno ritmo. Lui mette la sua abilità imprenditoriale, lei la sua creatività. Si chiama “Molly” e produce per conto terzi: le loro maglie, una volta finite, vengono spedite lontano, all’indirizzo di maison importanti, che aggiungono la loro etichetta e ne ricavano ottimi guadagni. “Non è giusto” pensa Anna, una delle figlie della coppia: “perché non produrre in proprio, con un nome tutto nostro?”.
La ragazza si diploma in pianoforte al conservatorio e poi studia storia dell’arte, ma dai genitori sembra aver preso sia la passione per la moda, sia il gusto di fare impresa. Tanto che nel 1977 la ventottenne Anna e il suo sposo, Gianpaolo Tarabini Castellani, decidono davvero di fondare un marchio tutto loro. Lo chiamano “Blumarine”, ispirati dal colore del mare di Forte dei Marmi che ha fatto da sfondo al loro amore.
Gli inizi non sono facili, ma la minuta ed energica signora carpigiana sa farsi strada, partendo dalle boutique milanesi che frequentava da cliente e che ora invece corteggia discretamente, sfoggiando le sue stesse creazioni. Gli ordini cominciano ad arrivare, insieme agli apprezzamenti, mentre l’Italia sta per lasciare gli anni di piombo ed entrare nel decennio dell’edonismo.
Nel 1980, al “Modit”, la mostra specializzata nelle collezioni di abbigliamento femminile della Fiera di Milano, Anna Molinari riceve il premio come miglior stilista dell’anno per la maglieria. Grazie agli insegnamenti di due maestri della moda prêt-à-porter come Walter Albini e Franco Moschino, gli anni successivi vengono a messi a frutto nel modo migliore, aggiungendo alla maglieria anche il reparto confezione e trasformando la piccola sede degli inizi in un’azienda di oltre cento dipendenti, con un indotto di più di mille lavoranti, sempre all’interno del distretto tessile di Carpi: tutto rigorosamente “made in Italy”.
Femminilità, romanticismo, sensualità: sono queste, per “Vogue”, le parole chiave dello stile “Blumarine”, che tra i pezzi forti può vantare gli abiti con modello a sottoveste (spesso a stampa floreale), le t-shirt decorate con cristalli Swarovski e il celebre “Blu-vi”, il cardigan in cashmere bordato di visone che è diventato un simbolo dell’abilità produttiva carpigiana, al punto da essere esposto in una teca nel Museo della città, perché, nel suo piccolo, sintetizza il lavoro di tante mani femminili: da quelle della stilista, che immagina il protipo, a quelle della modellista, della tagliatrice, della cucitrice e della campionista, che lo realizzano.
In un mondo che punta quasi tutto sull’immagine, oltre alla stoffa occorre pensare all’apparenza e, anche in questo, il duo Molinari & Tarabini ha avuto fiuto, affidando le campagne pubblicitarie a fotografi del calibro di Helmut Newton e alle modelle più affascinanti, da Eva Herzigova a Monica Bellucci. E quando i cicli della moda sembravano dare torto al loro gusto per le sfumature di colore (come all’epoca del nero dominante) la barra è rimasta diritta e sono andati avanti, adeguandosi con stile.
Quarant’anni dopo la nascita di “Blumarine”, Anna Molinari è al vertice di un colosso economico che produce diverse linee di abbigliamento e di accessori, diversificando il marchio di origine a seconda delle fasce di età e facendo leva su una rete mondiale di boutique. Nonostante il dilagare delle produzioni tessili a bassissima qualità, continua a credere nella ricerca dei dettagli, nell’accuratezza dei ricami, nel pregio dei tessuti e nel legame con il territorio in cui è nata.
Dopo la morte del marito, il timone imprenditoriale è affidato al figlio Gianguido, ma la “regina delle rose”, oltre che sulle collaboratrici storiche, può contare anche sulle forze della figlia Rossella. Ha ricevuto lauree onorarie ed è stata nominata cavaliera del lavoro, Anna Molinari, ma a smettere di cucire sogni color mare non pensa affatto.