22 febbraio 2013
Cari ascoltatori, è una mostra che fa parlare di sé quella dedicata all’artista olandese Bas Jan Ader allestita fino al 17 marzo alla Villa delle Rose di Bologna, la prima retrospettiva dedicata ad Ader in Italia. Il fatto che si parli molto di questa mostra è dato dal fatto che di Bas Jan Ader non si è quasi per nulla parlato fino ad ora, anche perché, scomparso a soli 33 anni durante la traversata in solitaria dell’Atlantico su una piccola barca vela (si trattava di una performance dal titolo Search of the Miraculous) dell’artista sono rimasti solo alcuni video e immagini realizzati nei primi anni ’70.
Bas Jan Ader. Tra due mondi curata da Javier Hontoria e promossa dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, costituisce una straordinaria opportunità per conoscere e approfondire l’opera di una tra le più singolari personalità creative degli anni Sessanta e Settanta e di evidenziarne la forte influenza sugli artisti delle generazioni successive, grazie all’attualità della sua ricerca. Il titolo dell’esposizione allude alla condizione di essere costantemente “in transito” che l’artista stesso sperimentò vivendo tra Europa, Nord Africa, Stati Uniti, tra il Vecchio e il Nuovo mondo, tra la soggettività romantica e la fredda oggettività dell’arte concettuale.
“La relazione dell’uomo con la natura interpretata in una prospettiva romantica, la revisione personale del concetto di melanconia, che affonda le sue radici nel pensiero rinascimentale europeo, nella figura di Albrecht Dürer e nel pensiero umanista fiorentino del Quattrocento – spiega il curatore – caratterizzano costantemente l’opera dell’artista olandese così come i numerosi riferimenti al suo maestro e compatriota Piet Mondrian o la ricorrente materializzazione di una visione esistenzialista. Da questa prospettiva nascono le sue famose cadute (l’artista si riprende con camera fissa mentre cade dal tetto di una casa, mentre cade da un albero, mentre in bicicletta cade in un canale…) che traggono origine dalla letteratura di Albert Camus, dal Teatro dell’Assurdo di Samuel Beckett e dal cinema di Buster Keaton e di Charlie Chaplin”.
In effetti di fronte ai video di Ader, alle sue cadute, non si può non sorridere. Così come non si può che rimanere colpiti davanti al suo doloroso volto nel video, davvero splendido “I’m too sad to tell you”, sono troppo triste da dirti…
Come dicevamo, vista la modesta quantità di opere che ha lasciato, per lo più filmati e fotografie, l’organizzazione di sue mostre e retrospettive risulta difficoltosa. Prima di questa bolognese, ne sono state realizzate due, una in California nel 1999 e l’altra a Londra e alcuni suoi video sono stati esposti al Musée des Beaux-Arts di Losanna. Su Ader, il cui lavoro è stato riscoperto negli anni ’90 è stato realizzato un film documentario dal titolo Here is Always Somewhere Else nel 2006.
Il carattere leggendario che distingue la vita e l’opera di Bas Jan Ader e la valenza emblematica di molti suoi lavori lo hanno reso, a oggi, una figura chiave nello scenario dell’arte contemporanea.
Potete approfondire l’opera di Ader visitando il sito a lui dedicato:
ma soprattutto visitando la mostra allestita fino al 17 marzo alla Villa delle Rose, via Saragozza 228/230 – Bologna