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12 Febbraio 2015 | Mostre

Boldini e lo splendore della modernità

Forlì e Ferrara unite nel nome del cantore della Parigi della Belle Epoque

A cura di Carlo Tovoli

Cari ascoltatori, quello che vi proponiamo oggi è un incontro con un mostro sacro dell’arte. Si tratta di Giovanni Boldini (1842-1931), ferrarese di nascita anche se trascorse gli anni della formazione artistica e del grande successo in due capitali. La prima Firenze, per un periodo di cinque anni, proprio quando la città toscana era capitale d’Italia, poi nella vera metropoli mondiale dell’arte e della mondanità del periodo, Parigi, dove stava nascendo, potentissimo, il mito della “ville lumière”.
Chi non ama oggi Boldini e i suoi quadri delle dame della Belle Epoque, donne che lui definiva “grandi fiori viventi che il desiderio odora e coglie”? Per gli amanti delle cifre ricordiamo le quotazioni raggiunte da un suo quadro nel 2010 durante un’asta londinese, oltre sei milioni e mezzo di dollari. E anche in vita non fu certo un pittore “maledetto”: visse nell’agio e nella fama internazionale, frequentando assiduamente il cosiddetto “bel mondo”.

Ma non fu sempre così. Nel corso della sua lunghissima carriera, a testimonianza di un genio creativo che andrà esaurendosi soltanto alla vigilia della prima Guerra Mondiale, il pittore ferrarese fu oggetto di accese polemiche tra la critica ed il pubblico. Già nel 1871 Boldini comunicava compiaciuto  all’amico Cristiano Banti che era ormai “diventato di moda” e non sarebbe più tornato a Firenze perché “troppo impegnato con Parigi”. I pittori della “macchia” presso i quali si era formato non digerirono il tradimento. Il critico Diego Martelli che insieme a Telemaco Signorini fu tra i suoi primi veri interlocutori, da buon “toscanaccio”  scriveva nel 1878: “Boldini piscia quadri ridendo come un giocatore di bussolotti fa sparire le palline di sotto i bussolotti…Boldini è un tale ammasso di lasciato e fatto, di falso e di vero, che bisogna prenderlo com’è e non si vuotare il capo a farci sopra delle teorie”. Di questo giudizio Boldini se ne fece presto una ragione: di lì a breve sarebbe stato compreso e adottato dalla Parigi più sofisticata, quella dei fratelli Goncourt e di Proust, di Degas, dell’esteta Montesquiou e della eccentrica Colette.

La mostra forlivese, aperta ai Musei di San Domenico fino al 14 giugno, con circa 240 opere esposte si differenzia dalle recenti mostre sull’artista per una visione più articolata e approfondita della sua multiforme attività creativa, intendendo valorizzare non solo i dipinti, ma anche la straordinaria produzione grafica, tra disegni, acquerelli e incisioni. Le ricerche più recenti di Francesca Dini (curatrice della mostra insieme a Fernando Mazzocca), consentono di arricchire il percorso con la presentazione di nuove opere, sia sul versante pittorico che, in particolare, su quello della grafica.
Uno dei punti di maggior forza della mostra è la riconsiderazione della prima stagione di Boldini negli anni che vanno dal 1864 al 1870, trascorsi prevalentemente a Firenze a stretto contatto con i Macchiaioli.  Una prima assoluta è la presentazione del magnifico ciclo di dipinti murali realizzati intorno al 1868 nella Villa detta la “Falconiera” vicino a Pistoia, residenza della famiglia inglese dei Falconer. Si tratta di vasti paesaggi toscani e di scene di vita agreste che consentono di avere una visione più completa del Boldini macchiaiolo.
Dopo alcune sale dedicate alla immagine dell’artista rievocata attraverso autoritratti e ritratti, segue la prima fase parigina, legata al celebre mercante d’arte Goupil, quando Boldini si afferma come uno dei maggiori interpreti della metropoli francese di quel periodo. Seguono le sezioni dedicate alla grande ritrattistica che lo vedono diventare il protagonista in un genere, quello del ritratto mondano, destinato ad una straordinaria fortuna internazionale.
Non mancano infine i confronti con gli altri italiani attivi a Parigi, come De Nittis, Corcos, De Tivoli e Zandomeneghi, e con i classici olandesi e spagnoli, da Van Dyck fino a Goya, per chiudersi con uno splendido Modigliani del 1918, il “ritratto di Madame Modot”, che chiude idealmente un’epoca ormai al tramonto, il vecchio mondo della Belle Epoque rappresentato da Boldini e tragicamente finito sotto le macerie della Grande Guerra. Ma sentiamo Gianfranco Brunelli, direttore dell’evento espositivo forlivese

Intervista a Gianfranco Brunelli

Ma non finisce qui. L’omaggio a Boldini continua nella sua città natale, al Castello Estense che ospita da fine gennaio circa 100 opere di Boldini e di un altro famoso “ferrarese in fuga”, Filippo de Pisis, sotto il titolo “L’Arte per l’Arte”. Sono le opere selezionate dalle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari chiusa dopo il terremoto del 2012 e ora in corso di restauro.
Le sale fastosamente decorate del piano nobile delCastello e i celebri “Camerini del Principe” , solitamente non aperti al pubblico, diventano così la sede temporanea di due percorsi monografici che esplorano la parabola creativa di Boldini e De Pisis. I musei ferraresi conservano, infatti, i più ricchi e completi fondi dei due artisti, documentando ogni aspetto della loro ricerca: olii, pastelli e acquerelli, studi e persino annotazioni. E in mostra anche una testimonianza “in diretta” dell’incontro parigino dei due artisti in un resoconto di De Pisis del1925 in visita all’oramai anziano maestro quasi cieco. Abbiamo intervistato una delle  curatrici della mostra, Maria Luisa Pacelli.

Intervista a Maria Luisa Pacelli

Non perdetevi dunque questo grandioso omaggio alla pittura emiliana, ne sarete conquistati! Un saluto dal vostro Carlo Tovoli

 

 

BOLDINI
Lo spettacolo della modernità
Forlì, Musei San Domenico, piazza Guido da Montefeltro 12
1 febbraio – 14 giugno 2015

Orari: da martedì a venerdì: 9.30-19.00;

sabato, domenica, giorni festivi: 9.30-20.00;

lunedì chiuso;

6 aprile e 1 giugno apertura straordinaria

www.mostraboldini.com

 

 

L’ARTE PERL’ARTE. Il CastelloEstense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis
Ferrara,Castello Estense, dal 31 gennaio 2015

Orari di apertura
Dal 31 gennaio al 31 maggio e dal 1 settembre al 30 settembre: aperto tutti i giorni, 9.30 – 17.30
Dal 1 giugno al 30 giugno: aperto tutti i giorni, 9.30 – 13.30 / 15.00 – 19.00
Dal 1 luglio al 31 agosto: chiuso il lunedì, 9.30 – 13.30 / 15.00 – 19.00
Dal 1 ottobre al 31 dicembre: chiuso il lunedì, 9.30 – 17.30
www.castelloestense.it

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