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19 Gennaio 2017 | Racconti d'autore

Brevetti botanici

Racconto di Jacopo Narros tratto dal libro “Abitare il deserto” (a cura di Giovanni Zaffagnini, Ravenna, Osservatorio Fotografico, 2016)

A cura di Vittorio Ferorelli. Lettura di Alessia Del Bianco

A trent’anni dalle “Traversate del deserto” guidate dallo scrittore Gianni Celati, il fotografo Giovanni Zaffagnini chiama di nuovo a raccolta giovani autori e autrici, chiedendo loro di dirci, con testi e immagini, se nei deserti del nostro tempo è ancora possibile abitare. Dal catalogo della mostra allestita nel Museo San Rocco di Fusignano abbiamo tratto il racconto di Jacopo Narros.

Le famiglie in cerca di svago possono andare in via Gaswaco, dove la principale attrazione è una casa che da decenni non smette più di sudare cemento. È un cemento che scorre in piccoli rivoli dai piani più alti e che poi scende in strada, e da lì si espande per tutto il quartiere, che è grigio asparago. In via Gaswaco oggi non cresce niente di vivo, l’aria è ruvida, ma dei cartelli pubblicitari luminosi espongono, come attrazione turistica, otto brevetti botanici di esperti floricultori. Il loro bagliore al neon bene si accompagna allo sfrigolio della casa che piano piano si scioglie.

NEON ROSSO: Alfio Caméra, Brevetto del triplo gancio avvitato
Per Alfio Caméra, pugile, l’unico modo di coltivare le piante è quello di prenderle a pugni. Nel suo brevetto cita una leggenda sentita ad un campionato di pesi massimi in Madagascar: la vegetazione che si vede rigogliosa a perdita d’occhio in alcune zone della terra, è dovuta agli dèi che hanno preso a pugni i loro alberi in cielo. Le foglie delle loro magnolie, dei baobab, sono cadute sulla terra come verdi piume di uccello, e di lì è germogliato tutto ciò che nel mondo vediamo di verde.

NEON ARANCIONE: Lumigio Gamma, Brevetto Zero
Il Brevetto Zero di Lumigio Gamma consta di due tovagliolini del bar Zosimo sui quali Gamma ha scritto: a che pro? Racconta di aver visto una signora uscire sul balcone con una bacinella bianca per dare dell’acqua ai gerani. A che pro?, scrive Gamma. Riguardo a un campo coltivato, scrive: a che pro? A che pro, un orto abusivo? Nelle ultime righe del brevetto, Lumigio Gamma dice che non riesce a guardare i paletti di ferro piantati come degli stecchini negli orti senza essere preso da un tremolio, da un senso di incomprensione per tutto, che gli fa dire dentro di sé per giorni, a che pro?

NEON GIALLO: Sèndio Abne, Brevetto della flora perpetua
L’idea di Sèndio Abne è molto semplice: le piante non crescono più in molte zone della terra perché non le si sa costruire. Per costruire una pianta bisogna scegliere un terreno agibile di edificazione. Si comincia dalle fondamenta, si erigono il fusto e gli steli, spiega Abne, e si modellano grazie all’utilizzo di frese angolari, a rotolamento per ingranaggi, a disco; si legano poi con mini-funi metalliche con matrici a più fori, innestando le foglie all’altezza del picciòlo con viti micrometriche. Il Brevetto della flora perpetua non prevede l’utilizzo di acqua (porta la ruggine), ma l’irrorazione sulle piante di lubrificanti.

NEON VERDE: Rumaldo Fonola, Brevetto delle giungle nascoste
Per Rumaldo Fonola, fotografo, i deserti sono delle giungle, ma non lo si vede. Scrive che esistono molte cose che non si vedono e che questo vale anche per le giungle nascoste. Fonola passa le sue giornate in camera oscura a mescolare sostanze nei bagni chimici. Dice che prima o poi le foto dei deserti mostreranno le cose come sono, e si vedrà finalmente grazie alla chimica e alla macchina fotografica quello che sfugge all’occhio umano. Quando troverà la giusta sostanza, le foto di dune che tiene appese ai fili del bucato nella camera oscura fioriranno di acacie e di liane, e se si è fortunati si potrà vedere anche qualche scimmietta.

NEON BLU: Oscar Rasorio, Brevetto delle piante riflesse
Oscar Rasorio è il massimo esperto di piante riflesse. Una pianta si può riflettere in una qualsiasi superficie lucida, sia presente in natura che prodotta dall’uomo. Per Rasorio le vere piante sono quelle che si vedono riflesse nei laghi, negli specchi, nelle finestre. Le altre sono mere apparenze. Quindi consiglia di non farsi problemi per il destino di queste piante senza riflesso, perché è come impensierirsi per la sorte del fumo nel vento.

NEON INDACO: Rucchio Molise, Brevetto delle piante pensate
Rucchio Molise nel suo brevetto dice che le piante più belle e adatte ad ogni clima sono quelle che immaginiamo nella nostra testa. Propone quindi di risolvere il problema della desertificazione pensando con intensità, ad ogni latitudine e in modo indipendente dalla distanza dal mare, alle proprie piante preferite. Queste sono piante indistruttibili, dice Molise, si adattano a tutto e si salvano sempre dalla siccità e dagli inquinanti industriali. Hanno inoltre il vantaggio di essere trasportabili, ed immaginabili a proprio piacere quando si è in viaggio (per esempio in treno), o appese al soffitto della propria camera.

NEON VIOLETTO: Alfio Cincinnati, Brevetto della fotosintesi in autostrada
Alfio Cincinnati ama i giorni di pioggia perché portano ispirazione. Infatti è in un giorno di pioggia che ha finalmente capito che le piante hanno bisogno di anidride carbonica. Ha preso la moto e l’ha riempita di agavi, incastrandole sul manubrio, sul cruscotto, insieme ad altre piantine di piccola taglia. Alfio Cincinnati fa avanti e indietro in autostrada con la sua moto in cerca delle vetture più inquinanti: ci si mette in coda e riempie per bene le sue piantine del fumo nero del tubo di scappamento, che è anidride carbonica sotto forma di smog. La sera poi, mette le agavi grigie sotto un lampione dello spiazzo dell’Autogrill, e le guarda commosso pensando alla fotosintesi clorofilliana, fino a quando non gli bruciano gli occhi.

NEON INDEFINITO: Manlio Lurco, Brevetto di botanica inutile
Il pannello pubblicitario che brilla di più, in via Gaswaco, è quello di Manlio Lurco che lì vive, in una carriola per il cemento. Da lì, nascosto dietro i bordi metallici della carriola, scrive che vede spesso dei botanici inutili che impiantano soffioni e trifogli sui tetti di via Gaswaco. Per Lurco la loro è tutta fatica sprecata: niente batte infatti per lui lo splendore del neon sul cemento che cola giù per le vie; e le piantine sui tetti dei botanici inutili, che buttano polline al vento, sono niente rispetto al proprio luminoso brevetto. Lurco gode dei riflessi fluorescenti di tutti i cartelli fino alle prime luci dell’alba.

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