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4 Febbraio 2008 | Archivio / Lo sguardo altrove, storie di emigrazione

Da Imola a Shanghai con il miraggio della Thailandia

Lo sguardo altrove: storie di emigrazione

Anche questa settimana è un imolese il protagonista della nostra rubrica. A raccontarsi in prima persona è Nicola Suzzi, la cui testimonianza è pubblicata sul sito del Nuovo Diario Messaggero di Imola (Bologna)

«Salve a tutti! Io vi scrivo, in questo momento, da un fumoso (e difficile da trovare) Internet Point collocato in uno scantinato del centro di Shanghai. Sono qui per rifarmi una nuova vita, forse sono proprio ‘scappato’ dall’Italia, perché ho poca fiducia nel futuro di un Paese dove la gente vive di rendita su quello che hanno costruito i nostri nonni, ma che prima o poi è destinato a finire. In Italia c’è troppo spesso l’abitudine di lamentarsi, mi pare che l’economia stia morendo, si vive sopraffatti dalle tasse. I motivi per cui me ne sono andato da Imola e dall’Italia sono soprattutto questi, ma potrei continuare con un lungo elenco. Certo, di Imola mi mancano il mio babbo e la mia mamma, ma non molto altro. Qui in Cina non c’è la corsa che c’è da noi per comprare la macchina più grossa, per andare il fine settimana sulla riviera romagnola e poi a svernare in qualche spiaggia egiziana. Qui la gente non può contare su quanto hanno lasciato i nonni o i genitori. E io vorrei, in questa unica vita che ho a disposizione, poter vivere e non sopravvivere! Qui la gente lavora seriamente, l’economia ‘pompa’ e il governo non ha bisogno di far pagare tasse, soprattutto ai meno abbienti. Non ci sono delinquenti e microcriminalità perché un lavorino per tutti c’è sempre. Chi assume un dipendente non paga tasse come da noi e così c’è lavoro per tutti, l’economia gira veloce e fa lavorare un miliardo e seicento milioni di persone. Che dire di me? Ho 33 anni, ho studiato Economia e Commercio all’università di Bologna, non sono certo stato uno studente modello… ma posso dire di essermi anche divertito. Prima di aver concluso gli studi sono stato alcuni mesi a Londra, dove ho lavorato come lavapiatti. Al rientro in Italia mi sono trasferito all’università di Urbino, dove mi sono laureato. A Urbino sono rimasto per cinque anni, ho costruito grandi amicizie e indipendenza. A laurea conseguita sono tornato a casa, dove ho lavorato in un ufficio come impiegato per due anni. Ma Imola mi stava stretta, non mi sentivo felice né realizzato, allora ho preso l’aspettativa e sono partito per l’Oriente. Un periodo qui in Cina, poi mi sposterò per qualche mese: voglio visitare Indocina, Thailandia, Vietnam, Laos e Cambogia. In particolare mi tratterrò in Thailandia, dove intendo fermarmi qualche mese e spero di realizzare un mio desiderio, anche se so che non sarà facile. Vorrei aprire una sorta di piccola pensione e vivere sulla spiaggia. Se non dovesse funzionare, tornerò a Shanghai e mi cercherò un altro lavoro qui. Vorrei anche imparare decentemente il cinese: l’obiettivo sarebbe stare qui un paio d’anni, lavorando e studiando la lingua. Poi, vedrò dove andare». Nicola.

Lettura di Fulvio Redeghieri

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