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17 Aprile 2012 | Archivio / Lo sguardo altrove, storie di emigrazione

Da Ushuaia all’Alaska in bicicletta

Il viaggio di Raffaele Bedostri, con il patrocinio della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel mondo. Terza puntata: da Fitz Roy a Puerto Madryn

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

17 aprile 2012

Fitz Roy, 12 dicembre

Oggi parto a rilento, sento i km di ieri e la fatica. Approfitto della stazione di servizio per fare colazione lì, senza tirare fuori i miei pentolini. La partenza è buona, ci sono diversi km piani senza problemi. Iniziano i soliti saliscendi ma non sono in forma questa mattina. La maledizione di Montezuma scende su di me, ma è solo di passaggio. Dopo una buona pasta e mezz’oretta di riposo passa tutto e riparto abbastanza bene, in attesa degli ultimi 20 km di salita. La giornata si fa calda e spero sempre di trovare un chiosco con una bibita ghiacciata. Comincio ad avere i miraggi. Arriva l’ultima salita, ma non è sola, si è portata il vento, ovviamente contrario. L’arrivo a Fitz Roy mi ha provato, sono stanco e prima ancora di trovare un posto per la notte ho già deciso che domani riposo. Dormo e mi rimetto in sesto. Anche perché le sveglie all’alba alle tre del mattino giorno dopo giorno mi stancano e durante la giornata mi fermo a fare spuntini e pennichelle a lato della strada. Sono rigeneranti, è vero, ma meglio riposarsi bene la notte. 

Caleta Olivia, 14 dicembre

Oggi è la giornata dei regali. E’ tutto perfetto, il vento è leggero e a favore, la strada è buona e sembra non volere che io faccia fatica, e in cima alla prima salita mi fiondo giù per una discesa quasi ai 70 km all’ora. Macino km velocemente. Il bello è quando la strada si avvicina all’oceano e avvisto sulla spiaggia un branco di animali. Lego la bici al primo paletto e corro a fotografare. E’ una colonia di leoni marini, riesco ad avvicinarmi, non sono pericolosi e faccio un sacco di foto. Passa una mezz’oretta buona, poi decido di ripartire, e di nuovo un altro regalo: in un laghetto vicino la strada vedo dei fenicotteri rosa. Giornata perfetta: trovo anche un campeggio economico – cosa chiedo di meglio?

Comodoro Rivadavia, 15 dicembre

Questa mattina è più fredda delle altre, il cielo è grigio e l’aria tersa e fresca, ma il problema è il traffico, mi sto avvicinando a una città più grande e il traffico aumenta; devo stare attento, non tanto alle macchine quanto ai camion. Tutto bene, qualche schivata ci sta. Ci sono più salite di ieri ma mi avevano avvertito, riesco ad arrivare a Comodoro Rivadavia abbastanza presto per potermi organizzare la giornata. Nei prossimi giorni mi aspettano 380 km senza tanti punti di riferimento: è meglio partire con la dispensa piena di roba da mangiare.
Dopo una notte comoda in hotel a Comodoro Rivadavia parto per affrontare il lungo percorso dove gli unici punti di riferimento sono tre stazioni di servizio. La partenza non è delle migliori, devo affrontare subito un tratto in salita e più tardi arriva anche il vento! Il traffico è abbastanza impegnativo e nell’insieme la tappa si fa sentire, oltretutto il caldo aumenta molto.
Arrivo al km 79 a una stazione di servizio a Pampa Salamanca. La prima cosa che faccio appena entrato è scolarmi una coca-cola da un litro e mezzo gelata. Poi chiedo al gestore dove posso montare la tenda e lui, gentile, mi mostra il retro del ristorante e mi offre anche un locale docce ancora in costruzione ma funzionante. Decido così di cenare da lui, poi subito a nanna. Spero solo che domani sia una tappa migliore.

Uzcudun, 17 dicembre

La strada è diversa da ieri e finalmente il vento è a favore! Mi ero imposto di arrivare almeno a Garayalde, una stazione di servizio a circa 100 km. Arrivo per l’ora di pranzo, ne approfitto per farmi una bella pasta e riposarmi. Mi rimane tutto il pomeriggio e chiedo informazioni sulla prossima stazione di servizio a circa 60 km. Dicono che la strada sia buona come quella fatta sin qui, e se non cambia il vento dovrei farcela bene. Parto! Termino la tappa a 167 km a Uzcudun. Scolo una coca da un litro anche oggi, il caldo si sente e anche la fatica. Il servizio alla stazione non è dei migliori, ma pazienza. Monto la tenda al riparo dal vento e domani si riparte.
Di nuovo una giornata favorevole. Mi separano dalla civiltà gli ultimi 137 km. Parto con il dubbio di farcela perché se cambia il vento, non ci riuscirò proprio. Ma il vento rimane alle spalle, così riesco a coprire questa distanza in breve tempo. Mi fermo alle porte della città per non perdere tempo l’indomani mattina.

Puerto Madryn,19 dicembre

La tappa di oggi non risulta difficile ma la strada è piena di saliscendi fastidiosi, inoltre è lunedì e il traffico pesante è aumentato. Per fortuna, di fianco alla strada ce n’è un’altra in costruzione già asfaltata e chiusa al traffico. Decido di passare di là e mi diverto a pedalare senza macchine fastidiose.
Arrivo velocemente a Puerto Madryn coprendo i 78 km. Ne approfitto per organizzare l’escursione alla Penisula Valdes per domani e il trasferimento in autobus a Esquel il giorno seguente.

www.bedotrip.it

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