14 dicembre 2009
Sono sola, e sola voglio rimanere
sola, mi ha lasciato il mio dolce amico,
sola, senza compagno né maestro,
sola, triste e dolente.
Sola, languo sofferente,
smarrita come nessuna
sola, senza più amico.
Sola, alla porta o alla finestra,
sola nascosta in un angolo,
sola, mi nutro di lacrime,
sola, dolente o quieta,
sola, non c’è nulla di più triste,
sola, chiusa nella mia stanza
sola, senza più amico…
La ballata che avete ascoltato è stata scritta più di 600 anni fa da Cristina da Pizzano.
Alla vicenda di questa singolare figura di intellettuale è ispirato Christine Cristina, prima prova da regista di Stefania Sandrelli, che è stato presentato in anteprima alla Cineteca di Bologna.
Ma l’intera giornata del 2 dicembre è stata dedicata a Cristina dall’assesorato alle Pari Opportunità della Regione Emilia-Romagna con l’assessorato alla Cultura e l’Agenzia Informazione e Ufficio Stampa, insieme agli assesorati alle Pari Opportunità di Provincia e Comune di Bologna.
Una giornata al femminile in cui è stata inaugurata la mostra Vestire una Storia. I costumi di Nanà Cecchi per Christine Cristina e in cui Stefania Sandrelli ha tenuto una lezione sul film con Maria Giuseppina Muzzarelli, vicepresidente della Regione e assessore alle Pari Opportunità.
Ma Maria Giuseppina Muzzarelli è anche una storica che di Cristina si è recentemente occupata in un libro dal titolo Un’italiana alla corte di Francia, edito da Il Mulino. Con lei abbiamo ripercorso a grandi tappe la storia di Cristina.
Intervista a Giuseppina Muzzarelli
Nel corso dell’intervista sentirete ancora la voce di Cristina:
“Se ci fosse l’usanza di mandare le bambine a scuola e di insegnare loro le scienze come si fa con i bambini, imparerebbero altrettanto bene e capirebbero le sottigliezze di tutte le arti, così come essi fanno. E ogni tanto succede.
Così come le donne hanno un corpo più delicato degli uomini, più debole e meno adatto a certi compiti, esse hanno un’intelligenza più viva e più acuta là dove esse si applicano”.
e ancora:
“Non tutti gli uomini… specialmente i più colti, condividono l’opinione che sia male l’educazione per le donne. È ben vero che molti tra quelli meno istruiti lo sostengono: sarebbero molto irritati se le donne ne sapessero più di loro.”