Il titolo incuriosisce e suona anche di buon auspicio: Imperiituro. Renovatio imperii. Ravenna nell’Europa Ottoniana.
La mostra, che apre a Ravenna il 4 ottobre prossimo propone una riflessione sulla formazione dell’Europa che ebbe in Carlo Magno, morto il 28 gennaio 814, 1200 anni fa, uno degli antesignani dell’unità europea, perché artefice di quel Sacro Romano Impero che si poneva in ideale continuità con l’impero romano.
Nel 2014, appunto, 1200 anni dopo la scomparsa del grande imperatore, figura di grande suggestione che ha alimentato non solo la ricerca storica ma anche tanta cultura letteraria e figurativa, un progetto europeo – CEC, Cradles of European Culture, finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del programma Culture – e una serie di eventi cercano di raccontare la storia dell’eredità di quell’impero, a partire dall’epoca immediatamente successiva, quella degli imperatori Ottoni fino al secondo dopoguerra e al crollo del Muro di Berlino.
L’Istituto Beni Culturali, partner italiano del progetto che ha coinvolto 10 paesi europei, ha concentrato la propria attività sul patrimonio culturale considerato come il fil rouge che lega le vicende della storia europea ed in particolare sullo speciale rapporto con l’antico e con l’idea imperiale che è alla base della vicenda artistica e architettonica del nostro continente.
Sul tema della Renovatio Imperii, cioè la trasmissione dell’idea imperiale, è stata organizzata questa mostra didattica, allestita in collaborazione con il Comune di Ravenna, la Biblioteca Classense e la Fondazione RavennAntica, che ha per fulcro Ravenna. La città costituisce una vera cerniera nel tempo (dall’Antichità al Medioevo) e nello spazio (da Roma e Bisanzio verso l’Europa continentale). Ed è ora, a pieno titolo, candidata a Capitale Europea della Cultura nel 2019.
Ospitata nelle due sedi del museo TAMO e della Biblioteca Classense, la mostra si articola in diverse sezioni.
Presso TAMO è allestita quella intitolata Carlo Magno e l’Italia, Gli Ottoni, Ravenna e l’Italia. Il ruolo della tradizione classica e la circolazione dei modelli in epoca ottoniana. Qui, nel percorso espositivo si sottolinea il ruolo di Ravenna come luogo ideale e riferimento culturale costante per Carlo Magno per il suo progetto di trasformazione di Aquisgrana nella Roma secunda. Tale atteggiamento riguarda anche poi gli Ottoni, come evidenziano gli scavi archeologici di San Severo a Classe dove, lo scorso luglio, una nuova indagine ha ulteriormente ribadito l’importanza della documentazione archeologica per questa epoca, a livello europeo.
Roma riacquistò un ruolo centrale nella politica e nell’immaginario europei, grazie a Carlo Magno e agli imperatori della dinastia ottoniana ma anche attraverso la mediazione di Ravenna.
La Biblioteca Classense ospita la sezione intitolata Da Carlo Magno agli Ottoni, testimonianze documentarie, storiografiche, iconografiche. Nell’Aula Magna dell’antico monastero camaldolese, attorrniati dalle immagini dei rappresentanti imperiali di età Ottoniana, giunte a noi attraverso grandi esempi di miniatura provenienti dalle Biblioteche d’Europa, sono esposti importanti e preziosi documenti della politica degli Ottoni a Ravenna. Per realizzare questa parte dell’esposizione ci si è avvalsi della collaborazione dei ravennati Archivio di Stato, Archivio Storico Comunale e Archivio arcivescovile.
Il pubblico potrà ammirare anche esemplari classensi delle prime testimonianze della storiografia ravennate e le immagini della città e dei suoi monumenti nell’opera di Vincenzo Coronelli, che insieme testimoniano di un’idea dell’antica Ravenna, sopravvissuta nella memoria collettiva fino ad oggi.
Tra le finalità del progetto espositivo c’è anche l’intento di avvicinare i giovani a questi temi, che sono sottesi proprio all’attualità storica in cui ci muoviamo. Con questa finalità è stata realizzata la sezione della mostra, Disegnare il Medioevo che, lungo il Corridoio Grande della Classense, espone i lavori di alcuni illustratori creati per l’occasione e ispirati al periodo storico che racconta la mostra.
IMPERIITURO, che rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2015, prevede una serie di eventi, fra cui un ciclo di conferenze (dal 9 ottobre), mirato ad esplorare l’importanza del patrimonio culturale nella costruzione dell’idea europea, non solo dal punto di vista storico, ma da quello civile: un’Europa dei popoli e non delle nazioni.
La mostra è corredata da catalogo anche in lingua inglese, ricco di saggi e di interventi.
Per saperne di più: www.imperiituro.eu nonché www.ibc.regione.emilia-romagna.it