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2 Dicembre 2017 | Archivio / Settimana news

Due scavi una storia

Le radici comuni di Villanova e Verucchio

A cura di Valeria Cicala

Care ascoltatrici e cari ascoltatori, forse visitando mostre che ospitano nuclei di oggetti provenienti da altri musei, non avete prestato più di tanto attenzione al fatto che quei materiali erano proposti, perchè il museo di appartenenza fosse momentaneamente, anche solo in modo parziale, non fruibile a causa di rinnovo di allestimento o di lavori di restauro del contenitore e dunque un’esposizione tematica in cui inserire oggetti e documenti, diversamente non accessibli, è una buona prassi che offre possibilità di confronto e consolida collaborazioni e progetti comuni tra le istituzioni.

E’ il caso del MUV – Museo della Civiltà Villanoviana di Castenaso che ospita la mostra “Villanova e Verucchio. Un’antica storia comune” focalizzata sulla sua storia che coincide per contenuti con quelli di Verucchio: questi sono infatti i due musei tematici emiliano-romagnoli specializzati sulla prima età del Ferro. Ma non li accomuna solo la scelta operata da ambedue le istituzioni di illustrare la cultura materiale delle aristocrazie villanoviane, ma anche il fatto, non secondario, che l’indagine nei rispettivi territori fu compiuta nel secondo Ottocento da illustri protagonisti degli esordi dell’archeologia preistorica come i coniugi Gozzadini, Edoardo Brizio e Alessandro Tosi.

Ma, tornando a quanto si diceva in apertura, l’esposizione costituisce un’importante occasione per ospitare al MUV i materiali verucchiesi che normalmente sono visibili nella Sala III del Museo Civico Archeologico di Bologna, dedicata proprio a Verucchio (podere Ripa), che per qualche mese resterà chiusa al pubblico insieme ad altre parti del percorso causa lavori di manutenzione. Oltre alla bellezza degli oggetti esposti, la mostra costituisce anche un’opportunità per rivisitare e far conoscere al pubblico i metodi e le caratteristiche della ricerca archeologica nella loro evoluzione storica.

Il percorso espositivo, per quanto attiene a Verucchio, si snoda a partire da una ricostruzione rievocativa volta, a suggerire al visitatore lo scenario che i ricercatori dovettero trovarsi di fronte quando intrapresero lo scavo, in un terreno ancora intatto, di alcune tombe a pozzetto del “Campo del Tesoro” nella necropoli verucchiese del Lavatoio. Nelle vetrine si propone una successione di reperti che illustrano diversi aspetti del rituale funerario e della composizione dei corredi: ceramiche legate alla cerimonia del banchetto funebre, oggetti di ornamento e di armamento. La presenza di questi oggetti, spesso di alta fattura, non riguarda solo la commemorazione del defunto, ma ne vuole sottolinearne l’appartenenza di genere e il suo ruolo sociale all’interno della famiglia e della comunità.

Una iniziativa che si deve alle istituzioni locali e agli organi periferici dello Stato a cui anche l’IBC ha offerto il suo supporto.

Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it
Un saluto da Valeria Cicala 

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