21 marzo 2009
Cari ascoltatori, vi proponiamo oggi Evgenij Onegin, scene liriche in tre atti e sette quadri, di Pëtr Cajkovskij tratto dal romanzo di Alexander Sergeevic Puskin, andato in scena sabato 14 marzo dal teatro Alighieri di Ravenna. Il libretto è dello stesso compositore in collaborazione con Konstantin Silovskij.
Caijkovskij, è uno dei compositori più conosciuti dal grande pubblico, soprattutto per la sua musica strumentale, sinfonie e concerti, in cui troviamo pagine indimenticabili, tra le più romantiche ed amate di tutti i tempi. Evgenij Onegin è una delle opere più rappresentative di tutta la grande produzione russa, non solo perché con essa Cajkovskij ha messo in musica il capolavoro poetico di Puskin, ma soprattutto perché ha scritto pagine di grande intensità alcune divenute anche assai popolari e considerate tra i più celebri brani d’opera, come la “Scena della lettera di Tat’jana”, protagonista assieme ad Onegin della storia d’amore.
La produzione che ascolteremo tra poco è del Teatro Nazionale dell’Opera di Belgrado, con orchestra, coro e corpo di ballo dello stesso Teatro che ospita dal 1919 un ensemble operistico stabile che ha avuto origine, in forma non professionale, nel 1882. Accanto ai grandi titoli della tradizione melodrammatica, anche di marca italiana come Madama Butterfly di Puccini che fu lo spettacolo inaugurale, il Teatro ha da sempre dato spazio anche alla tradizione operistica serba. Semtiamo l’intervista al direttore del Teatro Dejan Sevic.
Intervista Dejan Sevic
A guidare l’orchestra e i solisti del Teatro Nazionale nell’Onegin ravennate sarà il tedesco Johannes Harneit, primo direttore del massimo Teatro serbo. Così come tedesco è il regista di quest’allestimento, Bruno Klimek. A dirigere il coro troviamo Djordie Stankovic mentre i costumi sono firmati da Lkljana Orlic e le coreografie del corpo di ballo del teatro sono di Vladimir Logunov. L’opera fu messa in scena per la prima volta nel 1879 al Teatro Malyi di Mosca dagli allievi del conservatorio.la prima rappresentazione in Italia risale al 7 aprile del 1900 al teatro alla Scala di Milano. Abbiamo chiesto al direttore Johannes Harneit…..
Intervista Johannes Harneit
Prima di immergerci nella storia dell’opera vi proponiamo l’intervista ad Angelo Nicastro direttore artistico della stagione d’opera dell’Alighieri e del Ravenna Festival.
Com’è nata l’idea di inserire quest’opera nella programmazione?
Intervista Angelo Nicastro
Bene ringraziamo Angelo Nicastro e ritorniamo al nostro Oniegin . Il segreto del successo di quest’opera sta nel connubio Puskin Caicovskij cioè la fusione di un capolavoro letterario in una partitura ispirata. Il tema di questo dramma, com’era d’uso nell’epoca romantica è ovviamente l’amore. Onegin diventato ricco inseguito ad una eredità fa del libertinaggio uno stile di vita e a nulla serve l’amicizia con l’amico, poeta e idealista Lenskij ne l’incontro con due giovani e ingenue sorelle che vivono in una bella villa nella campagna russa. Una di queste Tatiana, invaghitasi di Onegin gli scrive, la sera stessa dell’incontro, una lettera confessandogli il suo sentimento. Onegin, rispettando il suo ruolo di bel tenebroso la respinge e anzi cinicamente, per dimostrare che l’amore non esiste si mette a corteggiare la sorella Olga già fidanzata dell’amico poeta. Costui infuriato e sconvolto sfida a duello Onegin ma verrà colpito a cuore. Passa il tempo e Onegin, dopo aver viaggiato all’estero, torna in patria e trova Tatiana, sposata e ricca dama di corte. A quel punto scoccherà per lui l’amore mentre lei, non potendo dimenticare il passato e pur essendo ancora innamorata di lui, deciderà di rimanere fedele al marito.
Atto primo. Scena prima. Nel giardino dei Larin, mentre la padrona di casa con la njanja rievoca la sua giovinezza e i suoi amori, le sue due figlie Tat’jana e Ol’ga cantano un duetto sul testo di una lirica giovanile di Puskin,Il poeta. Arriva un gruppo di contadini per festeggiare la fine del raccolto: offrono un covone alla padrona e intonano due canti popolari, il primo inventato da Cajkovskij , il secondo tratto da una danza di origine popolare che le ragazze eseguono ballando in cerchio intorno al covone. Segue un arioso di Ol’ga in cui mette a confronto il proprio carattere spensierato con quello inquieto della sorella. Escono i contadini e arriva il poeta Lenskij, vicino di casa e fidanzato di Ol’ga, con un amico, Onegin, di recente trasferitosi da Pietroburgo nel podere di uno zio: i due amici e le due sorelle commentano l’incontro in un quartetto. Poi si formano due coppie: Onegin e Tat’jana conversano allontanandosi mentre Lenskij fa un’appassionata dichiarazione d’amore a Ol’ga. Rientrano Tat’jana, già palesemente innamorata e Onegin che, parlando di sé, introduce la famosa strofa iniziale del poema.
Scena seconda. È notte. Tat’jana non riesce a dormire, chiede alla njanja di raccontarle dei suoi antichi amori; le confessa poi il suo sentimento per il nuovo ospite e chiede di lasciarla sola con carta e penna. Segue la lunga aria della lettera: Tat’jana confessa la sua passione totale e assoluta per Onegin, nata dal primo istante e destinata a durare in eterno. È ormai l’alba: la njanja ritorna e trova Tat’jana ancora sveglia. Nel duetto che segue, mette in guardia la fanciulla dai pericoli delle troppo rapide passioni. Tat’jana chiede alla njanja di far recapitare la lettera da un nipote.
Scena terza. In un angolo del giardino un gruppo di contadine raccoglie bacche cantando una canzone. Entra Tat’jana correndo, si abbandona su una panchina e si dispera per il gesto compiuto. La raggiunge Onegin, che con parole pacate e fredde le rimprovera la mancanza di controllo e le spiega le ragioni del suo rifiuto: certo, se volesse sposarsi, sarebbe la moglie ideale, ma l’inquietudine, l’angoscia gli impediscono qualsiasi unione duratura. Poi le offre il braccio e si allontanano insieme.
Ascoltiamo quindi il primo atto di Onegin
Abbiamo conosciuto i personaggi principali: lo spregiudicato Onegin e il sognatore Lenskij, le candide e dolci sorelle Olga e Tatiana, siamo stati partecipi della stesura della tormentata lettera in cui Tatiana manifesta il suo amore a Onegin e abbiamo sofferto con lei del cinico rifiuto da parte di Onegin, che tra l’altro la rimprovera per essersi lasciata andare così spontaneamente a questa attrazione improvvisa. Torniamo allora con la dottoressa Fausta Molinari, già docente delle aule didattiche del teatro comunale di Bologna alla concatenazione degli eventi che ha portato alla stesura dell’opera da parte di Caijkovskij, eventi che si incastrano uno dentro l’altro come una matrioska.
Esattamente così, iniziamo dalla prima bambolina: siamo nel 1876, Cajkovskij ha trentasei anni, ha già scritto tre sinfonie, tre opere,il concerto per pianoforte e orchestra, la suite del balletto Il lago dei cigni, ha viaggiato, insegna al Conservatorio di Mosca, ma non è felice sia per la sua omosessualità non accettata e sempre sofferta, che per l’impossibilità di mantenersi con il solo lavoro di compositore, ecco che una signora gli invia una lettera, si tratta di madame von Meck, una straricca vedova con tredici figli, spesso in viaggio per l’Europa su un vagone ferroviario lussuosamente attrezzato per la sua numerosa famiglia, e la signora , innamoratasi della sua musica , si offre di mantenerlo, il compositore all’inizio è un po’ sospettoso, perché tanta generosità? ma madame von Meck lo rassicura patto inderogabile sarà quello di non incontrarsi mai di persona, soltanto lui dovrà inviarle ogni sua nuovo lavoro, Cajkovskij, convinto ,a quel punto, le dedicherà la sua quarta sinfonia.
Seconda bambolina: passano pochi mesi ma siamo già nel marzo dell’anno dopo, 1877 e a Cajkovskij giunge un’altra lettera questa è di una giovane ammiratrice Antonina Miljukova che desidera tanto incontrarlo, il compositore non risponde ma lei insiste, e si fa poco a poco luce in lui l’idea di contrarre un matrimonio, per mettere a tacere i pettegolezzi sulla sua vita privata.
Terza bambolina: 13 maggio Cajkovskij trascorre una serata in casa della cantante Elizaveta Lavronskaja, che a un certo punto gli suggerisce di scrivere un’opera sull’Eugenin Onegin di Puskin, che idea azzardata pensa il compositore ma la sera stessa rilegge d’un fiato quel capolavoro poetico, e dopo due giorni ha già buttato giù, cioè ha scelto quali scene vuol musicare e commissiona al suo amico Silovskij la stesura del libretto.
Quarta bambolina: il compositore incomincia a scrivere la scena della lettera di Tatiana, ed è talmente esaltato dalla sua stessa ispirazione musicale che decide di rispondere ad Antonina , scriverà dopo mesi a madame von Meck – Perché lo feci? Ripensandoci adesso , mi sembra che una forza misteriosa mi spingesse verso quella ragazza.” Proprio così’: una forza tale che lo spingerà al punto di sposarla il 6 luglio.
Quinta bambolina: catastrofe del matrimonio, in autunno il compositore è sull’orlo del suicidio, si immerge nel freddo fiume della Moscova ma non si busca neanche un raffreddore, basta! separazione e con l’aiuto economico di madama von Meck fa le valigie per l’Europa e l’ispirazione sgorga di nuovo felice e libera.
Sesta ed l’ultima bambolina: primavera dell’anno dopo 1878 – le scene liriche dell’Evgenio Onegin sono concluse, il lavoro è pronto per essere rappresentato. Cajkovskij scrive da San Remo: mi sento benissimo, la mia salute è di nuovo eccellente, sono pieno di vigore e di intraprendenza.
Torniamo quindi all’opera e al secondo atto di Onegin
È l’onomastico di Tat’jana e in casa Larin c’è un ballo con la banda militare che suona. Onegin, irritato dalla vacuità degli invitati, decide di corteggiare Ol’ga, facendo ingelosire Lenskij. Monsieur Triquet, istitutore presso alcuni vicini, canta alcuni couplets in onore della festeggiata. Durante la mazurka, Onegin balla ancora con Ol’ga; poi ha uno scontro con Lenskij che, giunto al limite dell’esasperazione, lo sfida a duello. Scena seconda. In campagna, nei pressi di un mulino, Lenskij aspetta Onegin con il suo secondo Zareckij: sentendo avvicinarsi la morte, canta disperato il suo amore per Ol’ga (“Kuda, kuda udalilis”, ‘Dove, dove siete volati’). Arriva Onegin accompagnato, invece che da un secondo, dal suo cameriere Guillot. Tutto è pronto per il duello: Onegin spara per primo e uccide Lenskij.
Ascoltiamo il secondo atto di Onegin
Torniamo alla storia… nell’ultimo atto, del tutto nuovo è il monologo di Gremin, il marito di Tatiana, sulla felicità coniugale. Dilatata è l’ultima scena della dichiarazione di Onegin a Tat’jana, con appassionati slanci e trepide confessioni che il testo in versi non conosce. In conclusione rimangono fedeli al testo i tre momenti cardinali dell’opera: la lettera di Tat’jana, la risposta di Onegin, l’ultimo rifiuto di Tat’jana, dove i versi puskiniani rimangono intatti e dove l’interpretazione musicale cajkovskiana acquista una straordinaria intensità, raggiunge una originalissima, sottile, commossa dimensione psicologica.
Nella prima scena del Terzo Atto siamo nel salone di un palazzo pietroburghese dove i sta svolgendo un ballo. Onegin, tornato da poco da una serie di viaggi, in un angolo esprime noia e insoddisfazione per la sua vita vacua. Entra il principe Gremin con Tat’jana, diventata sua moglie e trasformatasi in un’elegantissima dama del bel mondo. Onegin stenta a riconoscerla e chiede di lei a Gremin, suo vecchio amico. In risposta Gremin gli rivela tutta la felicità della sua vita matrimoniale Dopo un breve e formale saluto al suo antico amore, Tat’jana, fingendosi stanca, si allontana al braccio del marito. Onegin si scopre innamorato come un ragazzo e fugge, deciso a raggiungere l’amata.Scena seconda. In una stanza del palazzo Gremin, Tat’jana legge una lettera di Onegin in cui le dichiara il suo amore. Piange, tormentata dal risvegliarsi in lei della passione. Entra Onegin, le si butta ai piedi: Tat’jana trova la forza di ammettere il suo amore ma di rifiutarlo in nome della fedeltà al marito e dà per sempre l’addio a Onegin
Ascoltiamo il terzo di Onegin