19 novembre 2010
E’ stato siglato in Regione il quinto rinnovo dell’accordo di filiera per la fornitura di grano duro “made in Emilia-Romagna” alla Barilla. Valido per la campagna cerealicola 2010-2011, l’accordo conferma i volumi di cereale destinati a Barilla (circa 70mila tonnellate), mentre introduce un meccanismo di pricing nuovo, in grado di maggiorare i ricavi dei coltivatori, che potranno vendere il proprio prodotto ad un prezzo calcolato sulla quotazione del grano tenero – ad oggi una delle più vantaggiose – più un premio di 30 euro a tonnellata. Restano a disposizione dei produttori anche le altre due opzioni per stabilizzare i prezzi, già contemplate nelle precedenti intese: legare il prezzo del grano alla quotazione della borsa merci di Bologna con l’aggiunta di premi fino a 35 euro a tonnellata per la qualità del prodotto oppure vendere una quota di produzione ad un prezzo precedentemente stabilito, che garantisce un sicuro margine di profitto.
L’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni spiega perché questa intesa dà certezze agli agricoltori:
“Normalmente gli agricoltori sanno quali sono i costi delle loro produzioni, ma solo dopo molto tempo conoscono anche i ricavi. In questo caso, con l’accordo Barilla, gli agricoltori possono conoscere i costi e i possibili ricavi. Si dà una certezza. L’accordo prevede la produzione di un grano di alta qualità per l’alto di gamma dell’industria pastaria italiana per eccellenza, la Barilla. Consente di ridurre le importazioni e dà certezza di maggiorazione dei ricavi per gli agricoltori attraverso una serie di meccanismi premiali previsti dall’accordo. Alla fine il valore del grano prodotto è mediamente più alto di un 30% rispetto ai prezzi fissati alla Borsa merci italiana”.
Il direttore comunicazione e relazioni esterne della Barilla Luca Virginio ha invece riferito che “Poter programmare in anticipo è conveniente per tutti, e il documento della Regione Emilia-Romagna è un vero e proprio modello di riferimento per intese che raggiunte anche con altre Regioni”.
L’intesa con Barilla, secondo Rabboni , ha funzionato negli ultimi anni come volano per lo sviluppo di questa coltura.
“In Emilia-Romagna nel 2006 erano 32mila gli ettari coltivati a grano duro; nel 2010 erano 72mila. Siamo passati dall’undicesima posizione tra le regioni italiane, al sesto posto per produzione di grano duro e siamo diventati la quarta regione in Italia per produzione perché le rese medie delle nostre aziende sono più alte rispetto ad altre regioni”.