29 maggio 2010
La Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena si sviluppa per oltre 280 chilometri nel territorio pedemontano e collinare compreso tra la via Emilia e i centri di media valle verso sud. L’itinerario collega le sei vallate della provincia toccando luoghi di rilievo enogastronomico, storico ed ambientale, a pochi chilometri dalla riviera adriatica.
Terre di antiche tradizioni e di lavoro contadino, dove regnano i migliori vini di Romagna, Sangiovese e Albana su tutti, con un vasto assortimento di sapori che qui si abbinano ad uno straordinario artigianato artistico. Sono le contrade dell’autentica “Romagna profonda”, che offre prelibate minestre e pasta sfoglia ancora “tirata di mattarello”, gustosi salumi, formaggi stagionati in fossa o freschi come il raviggiolo o lo squacquerone, l’olio extravergine Colline di Romagna Dop, tartufi, miele, frutta e i gustosi dolci tipici della tradizione, come cioccolato, ciambella, savor e bustreng, con la famosa piadina romagnola a fare da vessillo gastronomico.
La Strada a lato del suo asse principale, comprende un fitto dedalo di significativi itinerari secondari sui crinali e nelle vallette laterali, immersi nella geometrica precisione dei frutteti delle zone più pianeggianti e nella bellezza armoniosa dei colli ricoperti di viti.
E proprio di frutta e frutteti vogliamo parlarvi, e più precisamente di pesche e nettarine di Romagna Igp.
La Pesca è un frutto che arriva da lontano, dall’Oriente, dalla Cina o forse anche dalla Persia. Chi l’abbia introdotto in Europa non si sa, alcuni attribuiscono il merito ad Alessandro Magno a seguito delle sue spedizioni contro i Persiani secondo altri ancora la diffusione in occidente sarebbe merito di una spedizione militare cinese in Afganistan nel lontano 139 a.C. da dove poi il frutto si sarebbe diffuso rapidamente verso occidente.
Ma, se non siamo certi della provenienza di questo ottimo prodotto siamo certi però che le pesche e le nettarine di Romagna sono le uniche a vantare il riconoscimento europeo di Indicazione Geografica protetta (IGP) all’interno dell’Unione Europea. Un riconoscimento a tutela della tipicità dei frutti e dello stretto legame con il territorio d’origine: la Romagna. Grazie anche all’azione del Consorzio di Tutela pesche e nettarine di Romagna che le valorizza costantemente.
L’Italia è il primo paese produttore europeo con circa 1,5 milioni di tonnellate annue; in Emilia-Romagna si coltivano circa 500000 tonnellate complessive tra pesche e nettarine ma la ripartizione tra le specie si sta sempre più spostando a favore delle nettarine di cui la Romagna è la vera culla di produzione europea ( 250000 tonnellate circa pari al 50% dell’offerta nazionale).
Le pesche e le nettarine oltre ad essere buone fanno anche bene, sono ricche infatti di vitamina C, vitamina B e cioè carotene e provitamina A. Inoltre la pesca è ricca di Potassio. La pesca e la nettarina non solo sono ottime consumate fresche, offrono spunti anche per ottime preparazioni come ci suggerisce il sito del Consorzio di tutela.
Vediamo alcune ricette:
Pesche gelate all’Albana Spumante di Romagna
Ingredienti per una persona:
1 pesca matura e profumata
1 bicchiere di Albana dolce di Romagna Spumante DOCG
zucchero e ghiaccio.
Sbucciare la pesca, togliere il nocciolo e tagliare a fettine di 1 cm; disporre in un bicchiere di Spumante di Romagna DOCG fredda; polverizzare con un cucchiaio di zucchero semolato. Aromatizzare in frigorifero per un’ora circa e servire con tre cubetti di ghiaccio.
Pesche di Romagna caramellate
Ingredienti per 4 persone:
300 gr di zucchero
5 cucchiai di acqua
1 kg di pesche non troppo mature
Preparare il caramello mettendo lo zucchero a fuoco medio basso con due cucchiai di acqua. Quando lo zucchero ha assunto consistenza liquida e colore dorato, togliete dal fuoco e aggiungere le pesche sbucciate e tagliate a spicchi piuttosto larghi.
Rigirare delicatamente la frutta nel caramello con un cucchiaio e servire ancora calde o dopo averle raffreddate.
Pesche cotte all’aroma di cannella
Ingredienti per 4 persone:
2 kg di pesche mature
150 gr di zucchero
la scorza di mezzo limone
scaglie di cannella
acqua
Mettere a bollire in una pentola capiente le pesche sbucciate, snocciolare e tagliate a spicchi larghi. La qualità d’acqua deve essere sufficiente a ricoprire tutta la frutta.
Aggiungere lo zucchero e la scorza di limone. Fare bollire per circa 7 minuti; togliere le pesche e disporle in terrine singole spolverizzate con cannella. Le pesche devono bollire in modo da rimanere integre.
Pesche ripiene
Ingredienti per 4 persone:
6 pesche spicche, grosse e poco mature
4 savoiardi piccoli
80 gr di zucchero
50 gr di mandorle dolci
10 gr di cedro o arancio candito
mezzo bicchiere di vino bianco
Dividete le pesche in due parte, lavate loro i noccioli ingrandendoli buchi dove stavano con la punta di un coltello, la polpa tolta unitela alle mandorle già sbucciate e tritate finissime, insieme a 50 gr. di zucchero.
A questo composto unite i savoiardi fatti in briciole, e, per ultimo, il candito tagliato a piccolissimi dati. Colmate con tale ripieno i buchi delle dodici mezze pesche che collocherete in una teglia (con il ripieno all’insù), insieme al vino bianco e ai rimanenti 30 gr di zucchero. Cuocere in forno per servirle calde o fredde, a piacere; guarnite con il loro sugo. Le pesche sono pronte quando il ripieno ha formato una leggera crosta in superficie.
(Ricette a cura di Katia Fava con la collaborazione del Giardino delle Erbe Officinali di Casola Valsenio Ravenna – RA).
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