Che Bologna e i territori limitrofi, prima d’essere romani siano stati etruschi è dato acquisito, ma molto più corretto sarebbe dire che la civiltà di queste aree è Villanoviana, dal nome del luogo in cui furono recuperate le tracce assai consistenti di questa cultura. La possiamo definire come la fase più arcaica di quella che chiamiamo civiltà etrusca. Questa fiorì nel cuore della pianura padana come in quell’area dell’Italia tirrenica denominata, appunto, Etruria.
Al MUV- Museo della civiltà Villanoviana -, istituzione dedicata al tema di questa cultura a Castenaso, sabato 25 ottobre si inaugura la mostra “Giovanni Gozzadini e la scoperta del Villanoviano”, che propone nei luoghi in cui furono ritrovati, alcuni dei reperti frutto degli scavi condotti alla metà dell’Ottocento dall’archeologo bolognese Giovanni Gozzadini. Il famoso studioso condusse tra il 1853 ed il 1855 a Caselle di S. Lazzaro, in un’area allora facente parte della sua tenuta di campagna di Villanova, non lontano dalla sede del MUV, le campagne di scavo che hanno restituito i materiali che sono parte delle collezioni storiche del Museo Archeologico di Bologna.
Il percorso espositivo permette al visitatore di ammirare una serie di ceramiche, sia legate al rituale funerario (vasi biconici e scodelle di coperture) sia da banchetto (tazze, piattelli, olle, ollette, bicchieri, boccali), unitamente ad alcuni reperti metallici, in bronzo ma anche in ferro, riconducibili alla filatura e tessitura, all’ornamento personale, alla toeletta sia maschile che femminile. Sono documenti che aprono uno squarcio su diversi aspetti della quotidianità peculiari della cultura villanoviana. Fra i reperti in mostra, da segnale per il loro particolare pregio una tazza baccellata con ansa sopraelevata a cordoni ritorti e una brocca con ansa zoomorfa.
Il MUV –, per il prossimo triennio promuove insieme all’IBC e alla Soprintendenza per i Beni Archeologici, con la collaborazione di alcune realtà museali del territorio bolognese, una serie di esposizioni temporanee che intendono far conoscere, valorizzare e ricondurre ad unità un insieme di ricche testimonianze villanoviane emerse nel suo comprensorio e nei territori limitrofi in oltre un secolo e mezzo di ricerche e scoperte fortuite.
Sotto il titolo unitario “Castenaso villanoviana: scavi archeologici dal 1853 ai giorni nostri”, le iniziative puntano a creare collaborazioni importanti con le altre realtà museali della provincia bolognese che attualmente ospitano i materiali rinvenuti nel tempo a Castenaso e nei suoi pressi: il già citato Civico Archeologico di Bologna, il Museo Civico Archeologico e Paleoambientale “E. Silvestri” di Budrio, il Museo della Preistoria “L. Donini” di San Lazzaro di Savena.
Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it