Salta al contenuto principale
6 Novembre 2010 | Paesaggio dell'anima

Il granaio dei Malatesta

Un viaggio in regione attraverso la musica.

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri

6 novembre 2010

Le musiche di questa puntata: Nada, James Taylor Quartet, CSI, Luisa Cottifogli, Catherine Russell. 

Musica. Nada: Novembre.

 “A novembre tutto è distante” – canta Nada. Che mese è, cari ascoltatori, novembre? Inizia con la fine della festa celtica di Halloween, il 31 ottobre, quando si assottiglia il velo che divide la terra dai morti, e questi aprono le loro porte ai vivi, nella stagione in cui si ricoverava il bestiame per l’inverno e i giorni non appartengono più del tutto all’anno vecchio ma non ancora al nuovo. Festa dei santi, festa dei morti, e poi l’estate di San Martino che interrompe per qualche giorno il precipizio verso l’inverno: un periodo mite conosciuto ovunque (negli Stati Uniti è l’“estate indiana”) che sembra un ripensamento di novembre: una nostalgia di tempo bello, l’ultimo sussulto dell’estate. Noi ne approfittiamo per continuare il nostro viaggio nei piccoli centri dell’Emilia-Romagna classificati tra I Borghi più belli d’Italia, la nota associazione che certifica, tutela e valorizza i luoghi più ricchi di fascino dell’Italia meno conosciuta. La settimana scorsa eravamo a Brisighella; ora – dopo aver preso la via del mare sempre attraverso la Romagna – siamo a San Giovanni Marignano, in provincia di Rimini.   

 Musica. James Taylor Quartet: Indian summer.

 Le forme di devozione verso i patroni, i santi protettori del territorio, sono di origine bizantina. E’ San Giovanni Battista a dare il nome a questo luogo, caratterizzato sin dall’antichità dalla fertilità del suolo e dall’abbondanza dei raccolti. La festa di San Giovanni cade quando le messi maturano, nel solstizio d’estate. Nell’occasione, si celebra da secoli la notte di San Giovanni, in cui si crede accadano cose misteriose, prodigi, e volano le streghe. E’ il sole che si sposa con la luna – dicono le leggende. Per aiutare il sole a nascere, le streghe si riuniscono nei campi e accendono fuochi; la mattina, raccolgono le erbe bagnate di rugiada, pazze d’amore. A San Giovanni in Marignano bisognerebbe venire durante la notte delle streghe, una grande festa popolare che rimanda ad antichi culti. Nel centro storico, le notti d’estate trascorrono ai tavolini all’aperto disseminati lungo le stradine. Novembre fa calare il suo grigio mantello sul borgo, ma a noi piace anche così; ci piace il mare d’inverno (le spiagge di Cattolica sono a pochi km). Nella notte di San Giovanni – canta Giovanni Lindo Ferretti con gli emiliani CSI – “Muoiono i preti rinsecchiti e vecchi / e muoiono i pastori senza mandria. / Spaventati i guerrieri, persi alla meta i viaggiatori / La saggezza è impazzita, non sa l’intelligenza”.

 Musica. CSI: Fuochi nella notte di San Giovanni.

 L’esplosione di luce estiva nei campi di grano ci fa pensare che la migliore rappresentazione dell’anima di San Giovanni in Marignano sia la scena dipinta a metà Ottocento da Antonio Mosconi per il sipario del teatro comunale. Si vede il borgo sullo sfondo, con i profili emergenti della chiesa di San Pietro e della torre dell’orologio; in primo piano, il tempietto della dea Cerere, protettrice dei raccolti. Vive dunque sotto il segno della spiga, San Giovanni, anzi: il borgo fortificato è sorto proprio per difendere il tesoro di Cerere, grano e cereali ammassati nei depositi sotterranei. Oggi, mietitura, trebbiatura, falciatura, sono riti dimenticati: rimane solo il ricordo del solstizio d’estate, la festa di San Giovanni per il raccolto delle messi, la testa che rotola giù a simboleggiare il giorno declinante, appena dopo l’apice del fulgore che richiama le streghe. Ma i campi pulsano ancora intorno al paese. Il nero della terra feconda le viti e gli ulivi. Il bel vivere, che qui è di casa, ha attratto il turismo e l’industria del lusso (moda e yachts), ma il vecchio borgo sta sempre dentro il recinto che gli ha creato la storia: le antiche colline dei Malatesta alle spalle, l’alito del mare di fronte.

 Musica. Luisa Cottifogli: Castèina bianca (da Rumì”, 2006).

 Avete riconosciuto il dialetto romagnolo? Era la voce, che dire splendida è poco, di Luisa Cottifogli, che cantava versi di Lino Guerra, morto suicida di solitudine a 39 anni. In queste zone vagava il “rumì”, un mendicante che andava di fiera in fiera a cantilenare una nenia, un’orazione alla Madonna, avvolto in un mantello nero. Sarà arrivato anche qui, a San Giovanni, che era il granaio dei Malatesta, i duchi che governarono la Romagna fino al 1528. Le pietre visibili nella pavimentazione del borgo, lungo la via principale, chiudono le fosse granarie scavate nel sottosuolo.  In tutto sono circa duecento, in parte recuperati di recente, i depositi sotterranei per la conservazione dei cereali. Esistono dal XIV-XV secolo e sono il frutto della fertilità di queste terre, sottoposte a produzione intensiva dopo il prosciugamento delle paludi. La vicinanza alla costa, con il porto naturale di Cattolica, consigliò ai monaci ravennati prima, e ai Malatesta poi, di creare qui un vasto serbatoio di generi alimentari destinati al commercio con il nord Italia. E per secoli le carte notarili hanno parlato di “terre grasse, paradiso, giardino, verzieri, campi bellissimi”. Fuori, però, il paesaggio è magro: è novembre, come ci ricorda la voce di Catherine Russell.

 Musica. Catherine Russell: November.

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi