Care ascoltatrici e cari ascoltatori, la mostra che vi proponiamo, oggi, è davvero un evento e raccoglierà un interesse assai diversificato a livello generazionale, perché stiamo parlando di un personaggio straordinario che appartiene a quell’orizzonte complesso, vivo e sempre in evoluzione che chiamiamo fumetto. E il fumetto è di casa a Bologna e in questa regione a cui appartengono fumettisti di razza.
L’artista di cui vi parliamo è Chris Ware, un autore che come hanno scritto, ha infranto la barriera tra fumetto e arte figurativa e ha messo in discussione l’idea di romanzo grafico, esaltandone allo stesso tempo le potenzialità. È giunto a Bologna grazie ad un festival ormai assai noto BilBOlbul e all’impegno di lungimiranti privati.
La personalità e l’arte di Ware sono carta moschicida per gli appassionati del fumetto. Una delle caratteristiche di questo geniale autore nato a Omaha, Nebraska, nel 1967 è di avere fonti di ispirazione molteplici – da Tolstoj a Updike, da Hopper a Crumb, da Dave Eggers a Zadie Smith.
Nel suo tratto, nei personaggi e nelle storie che racconta, attraverso i colori, gli ambienti e le emozioni che ne emergono, si compone la banalità del quotidiano, ma si delineano sentimenti, una costante attenzione alla memoria che non perde mai un guizzo di ironia. La malinconia delle narrazioni e dei personaggi non è retorica e la limpidezza del suo sguardo non prescinde dalla realtà, ma regala nuovi registri di lettura.
Il progetto speciale promosso da Fondazione del Monte e Unicredit, ha portato alla realizzazione della sua prima grande mostra italiana (e una delle poche in Europa). Una grande retrospettiva che propone tavole originali, disegni, appunti, un modo di lavorare e realizzare le sue opere.
Per Chris Ware, uno dei più noti ed influenti fumettisti contemporanei, è stato determinante l’incontro con Art Spiegelman, da qui la consacrazione con la serie di volumi a cadenza annuale Acme Novelty Library e poi il romanzo a fumetti Jimmy Corrigan, the Smartest Kid on Earth (vincitore degli Eisner e Harvey Awards, del Guardian First Book Award e di Angoulême, il più importante festival di fumetto europeo) e l’immaginifica Building Stories, libro dell’anno per NYT Book Review, Time Magazine, Washington Post. Un’opera che travalica i confini del graphic novel per forma – una sorta di scatola da gioco con storie da costruire – e contenuto e che sarà pubblicata in Italia da Bao Publishing, che collabora al progetto. È “un oggetto d’arte – dice Ware – con un racconto senza inizio né fine, su come noi ci raccontiamo il mondo, su come procediamo per ricordi e come li modifichiamo”.
La mostra è accompagnata da un bellissimo libro che – accanto a una vasta selezione di tavole a fumetti, illustrazioni e disegni – ospita quattro scritti di Chris Ware, contributi di colleghi come Chip Kidd e Ivan Brunetti e un saggio degli accademici David Ball e Martha Kuhlman, che ricostruisce in maniera esaustiva il percorso artistico dell’autore. Completano il volume due lunghe interviste, rilasciate alla “Paris Review” e alla rivista berlinese “Mono.Kultur”.
Tutti i contenuti, qui raccolti per la prima volta a cura dell’associazione Hamelin, erano finora inediti in lingua italiana e rendono il libro una risorsa fondamentale per la conoscenza di Chris Ware oltre che un prezioso oggetto da collezione, con una copertina appositamente realizzata dall’artista.
Per informazioni: fondazionedelmonte.it