15 gennaio 2013
Cari ascoltatori andiamo a Reggio Emilia alla Collezione d’arte contemporanea Maramotti (via Fratelli Cervi, 66) situata nella vecchia sede produttiva di Max Mara, che offre un percorso su due piani di quarantatre sale e due open space con oltre duecento opere, tra dipinti, sculture e installazioni, rappresentative delle principali tendenze artistiche italiane e internazionali dal 1945 a oggi. Nelle sue sale, fino al 27 gennaio,si trova inoltre in esposizione il nuovo progetto di Jules de Balincourt (artista classe 1972, parigino di nascita ma da anni operante oltreoceano a Brooklin) per la Collezione Maramotti, costituito da cinque dipinti che dopo la mostra entreranno a far parte della Collezione.
Le opere sono state dipinte contemporaneamente, così che durante la loro realizzazione esse entrino in dialogo tra loro, divenendo il risultato di uno stesso processo creativo. E in effetti, tra colorati deflagrazioni e soldati in tuta mimetica multicolor il filo conduttore appare chiaro. Il cuore è sicuramente l’esplosione, una sorta di Big Bang che riconduce alla nascita della vita. Burst Painting, è il quadro che àncora l’intera mostra. Correlata da un punto di vista pittorico all’action painting, agli anni Cinquanta, ma anche agli anni Sessanta e alla Pop Art, è molto più che un’immagine ibrida. Vista insieme ai lavori dell’artista che rappresentano mappe e mappamondi, la deflagrazione di Burst Painting sembra rappresentare la nascita dell’universo. Ma, per de Balincourt, essa è anche l’immagine della creazione e della distruzione e può essere letta in termini delle nostre debolezze o punti di forza interiori, capaci di auto-implodere in modo catastrofico o di entrare in risonanza positiva con l’esterno. Gli altri lavori sono un riassunto visuale di ciò che è il mondo di oggi. Ma l’interpretazione ovviamente è libera.
Sono immagini che sconfinano nell’astrazione, come del resto la maggior parte della sua produzione attuale, opere simboliche che tentano di trasmettere un senso universale del tempo e dello spazio. Jules de Balincourt ci ricorda che abitiamo anche mondi interiori, giungendo a una rappresentazione che è più vicina alla realtà della vita che a quella della mera geografia. I temi sono quasi sempre ispirati alla vita contemporanea. Ma l’immagine originaria viene puntualmente deformata da schizzi colorati e macchie fluo.
Periodo di svolgimento: fino al 27/01/2013
Orario: giovedì-venerdì: 14.30-18.30; sabato-domenica: 10.30-18.30
Info: www.collezionemaramotti.org/it/work-in-progress/2012107/Jules-de-Balincourt/1325